VILLORBA (m.f.) Quanto accaduto a Marco Cestaro nel tardo pomeriggio del 13 gennaio

Giovedì 6 Luglio 2017
VILLORBA (m.f.) Quanto accaduto a Marco Cestaro nel tardo pomeriggio del 13 gennaio è ancora avvolto nel mistero. Come è finito accanto ai binari a circa mezzo chilometro dalla stazione di Lancenigo? Ha fatto tutto da solo o è stato portato da qualcuno? Sei mesi dopo, sono ancora molti i dubbi. A iniziare dalle profonde ferite sul suo corpo. Le lesioni sono compatibili sia con un suicidio che con un omicidio. Al centro dell'attenzione c'è in particolare un ematoma sottocutaneo alla testa emerso nel corso dell'autopsia. La cute del capo è rimasta integra. Ciò induce a pensare che Marco abbia urtato contro una superficie liscia. Cosa difficile se si considera che è stato ritrovato riverso sui sassi della ferrovia. Un altro aspetto ancora da chiarire è quello riguardante le scarpe. Una è stata recuperata a 28 metri e mezzo dal corpo. E l'altra addirittura a 67 metri. Distanze che non sembrano compatibili con un urto contro il treno, per quanto violento. Il 17enne si è accasciato a nemmeno tre metri dai binari. Come avrebbero potuto le scarpe volare così lontano? Una delle ipotesi è che il giovane possa essersele tolte da solo. Volontariamente. Un comportamento del genere, però, pare poco probabile. Perché togliersi le scarpe per poi percorrere decine di metri a piedi nudi lungo la ferrovia? Sarebbe un comportamento apparentemente inspiegabile. Tanto più che l'indagine tossicologica è risultata negativa. Marco non aveva bevuto e non aveva assunto droghe.
Si tinge di giallo anche il ritrovamento della giacca a vento. Dalle indagini sarebbe emerso che era piegata accanto ai binari, vicino allo zaino. Ma per la famiglia le cose non stanno così. Damiano Cattarin, zio di Marco, ha immediatamente raccontato di essere stato lui a scovarla. Non subito, ma alcune ore dopo il ritrovamento del nipote in fin di vita. Damiano ha perlustrato i binari scoprendo la giacca abbandonata a terra. Qui si è accorto che era stata tolta al contrario. E prima di avvertire le forze dell'ordine ha scattato una fotografia. Il punto interrogativo più grande riguarda comunque il cellulare di Marco. Non si sa che fine abbia fatto. Nessuno l'ha più ritrovato. Non è una cosa da poco. Perché lo smartphone potrebbe contenere informazioni preziose: telefonate, mail e messaggi scambiati dal giovane prima di arrivare sulla ferrovia. Magari anche foto. Il cellulare potrebbe inoltre aver registrato attraverso il gps tutti gli spostamenti del 17enne da quando è uscito di casa per andare a scuola, alle 7.40, fino al tardo pomeriggio, quando è stato scattato l'allarme. Il mancato ritrovamento del cellulare, inoltre, fa aleggiare il dubbio che qualcuno possa averglielo rubato.
C'è infine il silenzio degli amici, dei conoscenti e dei compagni di scuola. La famiglia ha chiesto loro di raccontare tutto ciò che sanno. Di segnalare se e quando hanno visto Marco in quel maledetto 13 gennaio. Nessuno, però, si è fatto avanti. Silenzio totale. Per la mamma è difficile credere che proprio nessuno l'abbia visto per tutta la mattinata e fino al tardo pomeriggio.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci