VILLORBA - (a.belt.) «Le ex sono pazze, pensano che il mondo giri attorno a

Martedì 11 Aprile 2017
VILLORBA - (a.belt.) «Le ex sono pazze, pensano che il mondo giri attorno a loro». E ancora: «Il mio comportamento è sempre la conseguenza di ciò che mi viene fatto». Su Facebook, da ormai diversi giorni, Maurizio Renosto continuava ad alimentare il suo rancore nei confronti dell'ex fidanzata pubblicando decine di messaggi carichi d'odio. Si era trasferito a Milano ormai da diversi anni, lavorando come impiegato in uno studio medico, ma nella Marca, dov'è cresciuto (abitava con i genitori e i due fratelli a Lancenigo di Villorba), ogni tanto si faceva ancora vedere. Ma è soprattutto sui social che Renosto continuava a mantenere i rapporti con i suoi contatti trevigiani, molti dei quali legati dalla stessa passione per l'esercizio fisico in palestra e per il ciclismo, sport che ha praticato da ragazzo anche a livello agonistico. «Ultimamente beveva molto, aveva perso il controllo» racconta un'amica, «solo pochi giorni fa abbiamo fatto una lunga telefonata fino alle 4 del mattino: mi aveva detto che aveva trovato ospitalità da un'amica, ma mai mi sarei aspettata che tentasse di farle del male». Eppure su Facebook da giorni continuava ad attaccare l'ultimo suo amore, una donna con la quale aveva avuto una relazione sentimentale durata 5 anni, conclusasi solo da poche settimane. «Non rompermi le balle o metto in rete le foto che sai» le aveva scritto il 28 marzo. E appena 24 ore dopo il suo tono era diventato ancora più minaccioso: «Sono entrato in casa, preparati». Sul social, come un vero e proprio diario, aveva poi continuato a scandire le ore pubblicando decine di foto della sua ex, affiancandovi citazioni sempre più esasperate: «Non ridere perché sono caduto, ma scappa perché mi sono rialzato». Fino a ben più espliciti «se morisse domani non mi cambia nulla» o «sai cosa ti starebbe bene addosso? Una colata di cemento». Lei si sentiva perseguitata, e aveva deciso di chiudere il suo profilo, l'unico modo per sparire. Aveva pure presentato una denuncia per maltrattamenti alla questura di Milano, facendo scattare nei confronti di Renosto un primo provvedimento restrittivo: divieto di avvicinamento e ammonimento. La polizia gliel'avrebbe dovuto notificare a giorni. Ma messo alla porta, Renosto era tornato in Veneto, passando qualche serata tra Treviso e Venezia. «Aveva scritto che voleva farla finita e ci siamo tutti allarmati - afferma un amico -, ed erano scattate le ricerche della polizia». E domenica sera, non sapendo dove andare, aveva trovato ospitalità a Chirignago, da quell'amica già sua compagna diversi anni prima, che ha aggredito brutalmente.

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