VENEZIA - (lil.ab.) Mentre continua il pressing nei confronti delle autorità

Martedì 30 Maggio 2017
VENEZIA - (lil.ab.) Mentre continua il pressing nei confronti delle autorità
VENEZIA - (lil.ab.) Mentre continua il pressing nei confronti delle autorità europee per il via libera al finanziamento pubblico, una parte dell'inchiesta sulla Banca Popolare di Vicenza potrebbe finire a Milano. Il gip di Vicenza avrebbe infatti stoppato alcune delle richieste di sequestro avanzate dalla Procura berica nell'ambito dell'inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Da mesi i Pm avrebbero chiesto il congelamento di parte del patrimonio della banca (in veste di persona giuridica) e degli altri nove indagati che rappresentavano gli ex vertici dell'istituto di credito, tra questi l'ex presidente Gianni Zonin e l'ex direttore generale Samuele Sorato. Provvedimenti di carattere cautelare che il gip avrebbe respinto perché una parte delle ipotesi di reato non sarebbero di competenza di Vicenza ma di Milano. Ecco perché la scorsa settimana i due pm che si occupano dell'inchiesta Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi sarebbero andati in missione nella procura lombarda.
Nel frattempo continua la trattativa per il salvataggio pubblico con le diplomazie impegnate ad altissimo livello perché la Dg Competition dell'Unione europea arrivi ad alleggerire il carico di oltre un miliardo di euro di capitali privati necessari a ottenere il via libera alla ricapitalizzazione di Bpvi e Veneto Banca. Il messaggio che si sta cercando di trasmettere è che senza una linea più morbida sui due istituti, una risoluzione e il bail in peserebbe come un macigno sulla già fragile ripresa dell'economia italiana. Anche perché investitori privati disposti o occuparsi delle due banche ancora non si sarebbero trovati. Secondo alcune fonti, proseguirebbe un pressing discreto da parte dell'Esecutivo nei confronti del sistema bancario per trovare oltre un miliardo di capitale privato richiesto da Bruxelles, nell'ambito di una ricapitalizzazione precauzionale di 6,4 miliardi. I margini di manovra però appaiono piuttosto limitati. Le risorse di Atlante sono ora destinate agli Npl in larga parte appunto di Siena e poi delle stesse venete. Per cui appare quasi scontato, salvo sorprese, l'esito negativo della ricognizione degli Ad Fabrizio Viola e Cristiano Carrus, chiamati a sondare il gestore del fondo Atlante, Quaestio Sgr, per puntellare le casse. Ieri si sono riuniti alcuni comitati di Bpvi, tra cui quello Strategico, per discutere degli ultimi aggiornamenti e oggi si terranno a Milano i cda delle due banche. In campo sarebbe sceso anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che sta studiando il dossier con Veneto Sviluppo per trovare chi, nel Nordest, sia ancora disposto a investire negli istituti. Sul fronte europeo si assicura: «La Commissione Europea, il Meccanismo di Vigilanza Unico (la vigilanza Bce guidata da Danièle Nouy, ndr) e le autorità italiane stanno lavorando gomito a gomito» sulla richiesta di ricapitalizzazione precauzionale avanzata da Bpvi e Veneto Banca, e «sono in corso contatti costruttivi», spiega una portavoce Ue.
Banche che ieri hanno continuato a soffrire pesantemente in Borsa, secondo molti osservatori non solo per il pericolo di voto anticipato in Italia ma anche a causa della lentezza con la quale si sta cercando una soluzione. Un allarme lanciato anche dal governatore della banca di Francia e membro del Consiglio Bce Francois Villeroy de Galhau: «I problemi delle banche italiane vanno risolti rapidamente, bene e definitivamente».
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