Veneto sotto il diluvio Fiume di fango e pietre si abbatte su Enego

Lunedì 26 Giugno 2017
Veneto sotto il diluvio Fiume di fango e pietre si abbatte su Enego
ENEGO (VICENZA) È sempre così, dopo un'alluvione. In cielo un sole beffardo, in terra una melma spaventosa. Ma qui a Fosse di Sotto, borgo di nemmeno cento anime nel territorio comunale di Enego, non c'è soltanto fango: sono venuti giù pure massi, pezzi di cemento, auto, coperchi di tombini. «Un'esplosione, come se fosse stata una bomba, solo che era fatta di acqua», concordano tutti, perché tutti sono usciti a vedere il paese squarciato e tutti si sono messi subito a spalare e a pulire, la solidarietà degli uomini e delle donne contro l'impetuosità della natura, in una domenica da tregenda per il Vicentino, ma anche per il Trevigiano e per il Bellunese, fra allagamenti, fulmini, smottamenti, grandinate e incidenti.
Dicono che sembrasse l'inizio di una bella giornata d'estate, l'alba sulle pendici dell'Altopiano dei Sette Comuni. «Poi però, verso le 7.30, ha preso a piovere», spiega Marco Peruzzo, posando per un attimo la pala. Una, due, tre gocce: tutto è cominciato come un banale temporale, ma è finito con un'autentica inondazione, isolando la località appena dopo il nono tornante della strada provinciale Valgadena. «Un diluvio universale andato avanti almeno fino alle 9», sintetizza Gregorio Ceccato, scorrendo sullo schermo del suo smartphone la galleria della devastazione, comprensiva anche delle foto arrivate dagli amici volontari di Cismon del Grappa, dove una corriera sostitutiva del servizio ferroviario si è inabissata in un sottopasso impraticabile.
Ma se laggiù è bastata un'istantanea per documentare l'immersione del pullman e pure dei sub, intervenuti per liberare l'autista, quassù servono i filmati, per raccontare un'ora e mezza di distruzione e paura. Video in cui, istante dopo istante, un fiume di pioggia e detriti, fogne e terriccio, si insinua e si ingrossa, tracima e dilaga. «Come ho visto la malaparata, ho allertato i miei compagni della Protezione Civile locale: eravamo tre squadre, con due macchine e una jeep, ma è stato subito chiaro che eravamo troppo pochi, così abbiamo chiesto rinforzi ai nostri colleghi di Bassano», racconta Gianluigi Rossi, che abita a Fosse di Mezzo.
Lo scoppio del maltempo è avvenuto proprio lì, in quella frazione che, come dice il nome, si trova appunto a metà del costone, tra Fosse di Sopra e Fosse di Sotto. Tre borgate collegate dalla vecchia mulattiera, che scende lungo la dorsale verso Primolano e che scorre sopra una doppia condotta sotterranea. Da una parte c'è l'austroungarico grabo (dal tedesco Graben, buca, reminiscenza germanofona dei coloni bavaresi che verso l'anno Mille arrivarono a disboscare e bonificare questo territorio difficile), conduttura di acque nere e bianche protetta da una possente massicciata di rocce e calce. Dall'altra c'è la tubazione moderna, fognatura appena coperta da molti ciottoli e un po' di cemento. «Ecco, l'antico ha tenuto per bene, il nuovo è saltato per aria, gonfiato da una massa incredibile e imprevedibile di pioggia che prima è permeata dentro e poi è straripata fuori, causando danni per almeno 5 milioni di euro», stima con amarezza il sindaco Fosco Cappellari, osservando l'infinita fenditura che si è aperta lungo il viottolo, fino a formare un canale naturale in cui il potente flusso di acqua e pantano ha compromesso la tenuta dei muri di sostegno, trascinando a valle tutto ciò che ha incontrato sul suo cammino. Come le due vetture, una Peugeot e una Volkswagen, che Silvana Amedei si è vista passare sotto al naso, come fossero barchette: «Mi sono detta: oddio, adesso viene giù il paese».
All'altezza dell'abitato di Galvani, il fiume non più carsico di melma e massi ha curvato verso destra, invadendo un nugolo di abitazioni. «I vetri delle finestre sul retro sono stati sfondati, così abbiamo aperto le porte davanti per evitare l'effetto tappo», sottolinea don Bruno Rossi, tornato tre giorni fa per trovare la famiglia dalla missione nella Thailandia dei monsoni. «Ma anche se hai affrontato emergenze di ogni genere, vederle a casa tua fa tutto un altro effetto», commenta Massimiliano Rossi, vigile del fuoco fuori servizio che insieme ai colleghi del 115 di Asiago ha salvato una coppia di pensionati, Bertilla Valente e Antonio Binelle, rimasti intrappolati nella loro abitazione.
Mentre l'azienda Etra lavora al ripristino temporaneo del servizio idrico e fognario, ognuno si dà da fare come può: con i badili e con gli escavatori, con le idrovore e con i secchi. «Anche nel male è il bene a vincere», si compiace don Federico Meneghel, giovane parroco infangato come tutti gli altri, stanchi ma incolumi. E, come molti di loro, grato alla Madonnina che dal vicino capitello tutto ha osservato e tutti ha protetto.
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