Vaccini, prove di pace Lettera delle ministre Zaia: risposta in 24 ore

Giovedì 7 Settembre 2017
Vaccini, prove di pace Lettera delle ministre Zaia: risposta in 24 ore
Sul caso vaccini fra Roma e Veneto continua il muro contro muro. Ieri le ministre Beatrice Lorenzin (Salute) e Valeria Fedeli (Istruzione) hanno provato a scalfirlo un po', spedendo in laguna un'email di chiarimenti, con l'auspicio che possano portare ad un ripensamento da parte della Regione. Ma per come l'ha letta il governatore Luca Zaia, sostenuto dal parere dei suoi giuristi di fiducia e in attesa della valutazione del direttore generale Domenico Mantoan, per ora pare proprio che i mattoni restino ben impilati l'uno sull'altro.
Nella loro lettera Lorenzin e Fedeli hanno chiesto a Zaia l'adozione di «un provvedimento correttivo, anche a tutela dei cittadini della sua Regione e in particolare dei minori che non possono vaccinarsi per motivi di salute e che per tale motivo necessitano della protezione di gregge». Il decreto di Mantoan, che ha formalizzato una moratoria di due anni per i bimbi della fascia 0-6, lamentava un'incongruenza nella legge. Al riguardo le ministre hanno rinviato alla circolare del 1° settembre, la quale con riferimento alla scadenza dell'11 settembre prevede che «il minore non in regola con gli adempimenti vaccinali ed escluso dall'accesso ai servizi rimarrà iscritto ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole dell'infanzia» e «sarà nuovamente ammesso ai servizi successivamente alla presentazione della documentazione richiesta». Sulla base di questa delucidazione le esponenti del governo si sono dette certe «dell'assenza di alcun dubbio interpretativo» e hanno sottolineato che qualunque disposizione diversa «potrà ritenersi contra legem».
Una missiva di questo tenore com'è suonata alle orecchie di Zaia? «Interlocutoria e non ultimativa», ha risposto il governatore, aggiungendo però di voler approfondire la questione: «L'ho passata al mio dirigente della Sanità e ai suoi tecnici perché mi diano le proprie osservazioni. Nel giro di 24 ore cercheremo di capire. Non c'è nessuna volontà di politicizzare la partita: rispetto le idee di tutti ma la politica resti fuori». Parole che a Roma potevano sembrare una retromarcia, ma da Palazzo Balbi è stato fatto notare che nemmeno fra le righe si nota traccia dei ricorsi e dei commissariamenti minacciati il giorno prima, sicché sarebbe piuttosto il Veneto a scorgere un mezzo passo indietro da parte del governo. In questo Zaia sarebbe stato confortato dall'audizione di non meglio identificati «illustri giuristi» (verosimilmente i costituzionalisti Luca Antonini e Mario Bertolissi, che giusto ieri erano a Venezia per difendere il referendum sull'autonomia nel ricorso al Tar), i quali avrebbero ribadito che è la legge a contenere il varco per la moratoria.
Per il momento, dunque, il decreto Mantoan resiste alla legge di conversione del decreto Lorenzin-Fedeli, lasciando nell'incertezza sindaci e presidi. Municipi come Treviso, Padova e Rovigo restano sulla linea ministeriale, altri come Chioggia si schierano sulla posizione regionale. Maria Rosa Pavanello, presidente di Anci Veneto, attraverso Antennatre-Rete Veneta lancia un appello all'unità: «Auspico entro un brevissimo termine almeno una linea condivisa a livello provinciale tra Ulss di competenza, ufficio scolastico di zona e relativi Comuni, altrimenti rischiamo di fare atti che non hanno nessun valore. Dobbiamo dare al più presto un po' di chiarezza alle famiglie, i conflitti non fanno bene nessuno, bisogna che dialoghiamo».
A farlo è stata la Lombardia con i ministeri, tanto da decidere di applicare la normativa, come ha spiegato il pur leghista governatore Roberto Maroni: «Abbiamo evitato di fare una nostra delibera che non aveva più alcun significato, dopo la circolare del 1° settembre, e che avrebbe determinato uno scontro istituzionale che non aveva molto senso». Giovanni Tonella, presidente del Pd veneto, insieme agli orlandiani di Dems coglie al volo la differenza: «Viene il dubbio che in Veneto la Lega sia disposta a mettere a repentaglio la salute dei bambini magari per ottenere un po' di visibilità in vista del suo referendum sull'autonomia». E il consigliere regionale Graziano Azzalin rilancia: «Per portare gente alle urne vale tutto, compreso fare battaglie a fianco dei No vax e delle loro pericolosissime bufale».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci