Uno dei 6 belgi: «Mi scuso, non pensavo fosse vietato»

Mercoledì 26 Luglio 2017
Uno dei 6 belgi: «Mi scuso, non pensavo fosse vietato»
«Venezia non può diventare il luogo dove la gente viene a fare le bravate». Il sindaco Luigi Brugnaro ieri ha espresso il pensiero dei veneziani negli ultimi anni e d'ora in poi la Serenissima chiederà i danni di immagine a chi la sfrutta come palcoscenico per esibizioni.
Un nuovo tuffo lunedì notte, un 42enne argentino si è lanciato dal ponte di Rialto in Canal Grande, a poche ore di distanza da quello dei sei giovani belgi domenica mattina, dal ponte della Costituzione. Tutti identificati e sanzionati, ma questi episodi sono la goccia che fa traboccare il vaso, nonché la punta dell'Iceberg: la situazione di malcostume a Venezia è diventata, purtroppo, una costante di ogni estate. «Abbiamo fatto una delibera che dà mandato all'avvocatura civica - ha spiegato ieri il sindaco - di procedere per danni di immagine, cercheremo di punirli sotto il profilo patrimoniale. Perché sennò diamo solo risalto a gesti abbastanza sciocchi, magari fatti ingenuamente. Ma una persona va a rovinarsi la fedina penale e si gioca la casa pur di finire in Internet? Ormai con la tecnologia rischiamo di vedere gesti inconsulti dappertutto. A Venezia questo potrebbe essere un esempio di lotta per l'educazione e il comportamento civico».
Non solo punizioni ma anche avvertimenti, perché uno dei turisti belgi si è scusato per il tuffo dal ponte di Piazzale Roma spiegando di non esser stato a conoscenza del divieto di balneazione. «Chiedo scusa a Venezia e ai veneziani - ha detto il ventenne - non sapevo fosse vietato tuffarsi dai ponti e non mi aspettavo una tale attenzione dei media. Non volevo fare nulla di male». Scuse accettate, ma non sufficienti. «Siamo contenti delle scuse - ha commentato Brugnaro - ma lo puniremo lo stesso». I turisti che ignorano il divieto di balneazione però, sono sempre più numerosi. «Faremo un decalogo sulle norme di comportamento - ha precisato il primo cittadino - da tenere in centro storico. Nei canali giriamo con le barche e non ci si può buttare dai ponti. Perché se in quel momento passa un vaporetto si può ammazzare delle persone. Anche a questo argentino, beccato lunedì notte, chiederemo i danni e lo denunceremo».
La giunta, su proposta del sindaco, ha dunque approvato la delibera fuori sacco sulla richiesta dei danni d'immagine per Venezia, perché, come accaduto domenica, il filmato che ritrae i tuffi dei belgi è subito diventato virale sul web. Tutto ciò che accade a Venezia ha una risonanza internazionale e come spiegato dal sindaco lunedì al Cosp (comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica) bisogna ostacolare in ogni modo il rischio di emulazioni. E per far capire che il centro storico lagunare non è un parco acquatico ma una città da rispettare, ora si agirà a suon di sanzioni. La delibera affida all'avvocatura civica una serie di indirizzi al fine di tutelare, anche dal punto di vista giuridico, la città da tutti quegli atti contrari al pubblico decoro che possono mettere a rischio l'incolumità delle persone e la sicurezza della navigazione. L'atto prevede che l'avvocatura agisca in ogni sede, ordine e grado, a tutela dell'immagine della città, verificando ogni episodio che possa recarne danno sia a livello locale che internazionale, valutando i profili, sia penali che di risarcimento in sede civile, per i soggetti, persone fisiche o giuridiche, che adottino comportamenti contrari alle norme di legge e ai regolamenti della città in materia di decoro, sicurezza e tutela della residenzialità. E sempre l'avvocatura dovrà elaborare proposte di legge che rendano più effettive e rapide sia la contestazione che l'applicazione delle sanzioni relative, anche con il fermo giudiziario dei soggetti colti in flagranza di reato. «Con le nostre iniziative - ha concluso Brugnaro - vogliamo far diventare virali il senso civico, la buona educazione, il rispetto per il prossimo e la cosa pubblica».
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