Unioni civili, via libera alla legge

Domenica 15 Gennaio 2017
Le unioni civili sono legge. Il Consiglio dei ministri, ieri, ha approvato i decreti attuativi necessari a chiudere l'iter. Tema e norma escono così dal regime transitorio. E i punti che la legge aveva stabilito - ma non chiarito - vengono precisati. Anche per anticipare e risolvere eventuali difficoltà sollevate da alcuni sindaci. Il 2017, secondo esperti e addetti ai lavori del settore wedding e ora unioni civili, con centinaia di prenotazioni già effettuate e molte di più previste, potrebbe essere l'anno dell'atteso boom di unioni civili: se ne stimano circa 4000.
Chiariti i dubbi, dunque. A partire dall'unione con cittadini stranieri. A spiegare le novità è la senatrice Monica Cirinnà, prima firmataria della legge: «Il matrimonio contratto all'estero da persone dello stesso sesso produce in Italia gli effetti dell'unione civile», con effetto solo per i cittadini italiani, «per lo straniero continua a valere la legge del suo Stato». Inoltre, «sarà sufficiente il certificato di stato libero, al posto del nulla osta del Paese di origine, per quegli stranieri provenienti da Stati nei quali l'orientamento sessuale sia causa di discriminazione e l'omosessualità sia penalmente sanzionata».
Stabiliti la possibilità di delega delle funzioni di ufficiale di stato civile, la mancanza di modifiche nei dati anagrafici in caso di adozione del cognome del partner e la possibilità di celebrare l'unione, in pericolo di vita, in nave o aereo. «Già nel semestre trascorso dall'approvazione della legge, abbiamo osservato i segnali di un cambiamento da tanti anni atteso», dice Gabriele Piazzoni, segretario nazionale Arcigay.
La prima rilevazione a livello nazionale, effettuata a fine settembre, ha registrato 100 unioni civili, ma ben 463 prenotate e 228 convivenze di fatto costituite. A trainare sarebbe il Nord, con Milano e Torino, rispettivamente al primo e secondo posto nella graduatoria dei Comuni dove ne sono state celebrate di più. Al terzo posto, Roma. L'analisi tiene conto, però, solo dei grandi comuni. «Dopo la reazione iniziale, con molte coppie insieme da anni che hanno voluto consolidare il rapporto - spiegano al Circolo Mario Mieli - i tempi di organizzazione si sono allungati, avvicinandosi a quelli dei matrimoni tradizionali». Per gli addetti ai lavori, questo si dovrebbe tradurre in numeri a più cifre. «Ci si aspettavano 10mila unioni civili il primo anno, non è stato così - afferma Fabio Ridolfi, patron di Gay Wedding Italia, prima manifestazione della Capitale dedicata alle unioni civili - L'interesse però c'è. In tre giorni di fiera abbiamo registrato intorno a 4000 visitatori, tra i quali circa 500/600 coppie impegnate a organizzare. Nel corso di quest'anno stimiamo realisticamente, al massimo, quattromila unioni. Ci vorrà tempo per vedere gli effetti della legge».
Concluso l'iter di legge, la strada sembra ancora lunga. «Gli stessi decreti attuativi - conclude Piazzoni - in alcuni aspetti ci ricordano che l'uguaglianza non è ancora raggiunta. Lo fanno ad esempio quando istituiscono per le unioni civili registri diversi e distinti da quelli utilizzati per il matrimonio. E anche quando fanno riferimento allo scioglimento del matrimonio nel caso in cui in una coppia etero uno dei partner decida di intraprendere una transizione per la riattribuzione del sesso».
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