Tre bambini rimasti soli al buio nella neve Coccole, fiabe e preghiere per sopravvivere

Lunedì 23 Gennaio 2017
PESCARA - «Mi trovavo in una stanza con altri due bambini e per tutto il tempo ho sentito la voce di una donna che piangeva e gridava aiuto. In quei momenti, però, io ho pensato alla mia mamma». Edoardo Di Carlo, 10 anni, svela poco per volta frammenti di memoria della terribile esperienza vissuta per due giorni sotto la neve e le macerie dell'hotel Rigopiano. Ricordi che nessuno gli sollecita, al contrario i parenti che lo assistono cercano di distrarre il bambino in ogni modo senza mai parlare del dramma, ma che è lui stesso a tirar fuori uno ad uno con i suoi parenti più stretti, come fosse una terapia.
Il bambino non sa ancora di aver perso entrambi i genitori, Nadia e Sebastiano. Nessuno gliel'ha detto che è diventato orfano. Ci sarà modo e tempo per farlo con le dovute maniere. Adesso il piccolo va aiutato a riprendersi dal trauma psicologico e la miglior cura - oltre alla vicinanza della famiglia - è il gioco.
Lasciato il letto della Rianimazione, da ieri Edoardo si diverte in compagnia di Samuel Di Michelangelo - altro piccolo sopravvissuto e che non ha ancora notizie dei genitori - in una stanza del reparto di Pediatria dell'ospedale di Pescara. Appare felice e sereno, Edoardo. I due bambini hanno fatto amicizia e sono inseparabili. Quando mercoledì pomeriggio la valanga si è abbattuta sull'albergo, annunciata da ripetute scosse di terremoto, Edoardo, Samuel e Ludovica si trovavano nella sala del biliardo, giocavano tranquilli e si dividevano le confezioni di Nutella ritrovate.
La signora che Edoardo sentiva gridare aiuto nella stanza accanto era Adriana Vranceanu, la mamma di Gianfilippo e Ludovica, moglie di Giampiero Parete, uscita sana e salva con tutta la sua famiglia dall'incubo. «Il piccolo Gianfilippo era rimasto con la mamma, Ludovica invece era nella stanza con noi. Quando ci siamo ritrovati soli e al buio io e Samuel l'abbiamo coccolata e tenuta in braccio a turno, le raccontavamo le fiabe, tutti insieme abbiamo anche pregato, piangevamo tantissimo» ha raccontato ancora Edoardo alla zia Laila.
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