TENTATO OMICIDIO a Cordenons

Venerdì 12 Maggio 2017
TENTATO OMICIDIO a Cordenons
Un investimento volontario. Per il violento episodio di mercoledì sera in via della Cartiera, a Cordenons, due persone sono state sottoposte a fermo quali indiziati di tentato omicidio. Kastriot Beu, 27 anni e origini albanesi, da ieri pomeriggio è in carcere assieme a Shkelzen Preqi, trentenne kosovaro in passato già protagonista di una faida. Vivono entrambi a Pordenone: uno in via Chioggia (nella stessa palazzina in cui abitavano Trifone Ragone e Teresa Costanza), l'altro in via Toti. Che cosa abbia fatto scattare la scintilla è un mistero. La Polizia, che l'altra sera ha schierato il personale della Squadra Volante e della Mobile, coordinati dal vice questore aggiunto Pier Giovanni Rodriquez, non ha ancora individuato il movente del pestaggio e del tentativo di investimento ai danni di Marco Berti, 46 anni, di Villanova, ricoverato in ospedale a Pordenone con il setto nasale fratturato e parecchi lividi. La ricostruzione, fatta attraverso le testimonianze delle vittime, fa però pensare a un regolamento di conti che ha rischiato di mettere in pericolo anche alcuni ragazzini. È rimasto infatti ferito, in modo lieve, anche un 14enne.
Tutto comincia verso le 21.15, in via della Cartiera, dove abita con la sua famiglia Antonio Turchet. Con Beu e Preqi ha un rapporto di amicizia, tanto che Beu mercoledì sera lo riaccompagna a casa a bordo dell'Alfa 147 che lo stesso Turchet gli ha dato in prestito. Anche Preqi ha bisogno di parlare con Turchet in merito alla compravendita di un furgone: pare che il mezzo non funzioni. In via della Cartiera, ad attendere Turchet, c'è anche l'amico Berti con i figli. È tra Beu e Berti che improvvisamente sarebbe scoppiata la lite. Il ventisettenne albanese lo avrebbe preso a pugni e Preqi lo avrebbe aiutato. Cacciati fuori di casa da Turchet, i tre avrebbero continuano la lite all'esterno. Si sarebbero minacciati anche con dei pezzi di legno in mano, poi usati per colpire l'Alfa 147. E mentre Berti urlava ai figli di mettersi al riparo, Beu e Preqi, secondo le testimonianze, avrebbero fatto retromarcia e puntato il muso della macchina contro Berti tentando di investirlo. L'uomo, bloccato contro il muro, con un balzo è riuscito a evitare solo in parte l'impatto, perchè ha sbattuto contro il parabrezza ferendosi al volto. In quel momento in strada, oltre ai suoi due figli, c'erano anche i quattro ragazzi di Turchet e un loro amico. Sembra che i due abbiano tentato di investire anche i ragazzi.
I due si sono poi allontanati a bordo dell'Alfa 147. Beu è stato rintracciato in via Chioggia: la polizia ha dovuto chiedere aiuto ai Vigili del fuoco, che gli sono entrati nell'appartamento dal tetto del Burger King. Era in casa, le mani incerottate a causa di alcune escoriazioni. È stato lui a far rintracciare Preqi in via Toti. Sono stati portati in Questura e fermati. Il pm Nicola Russo sta vagliando la loro posizione: chiederà al gip la convalida dell'arresto per tentato omicidio (lesioni e danneggiamento sono le altre ipotesi di accusa contestate).
Il perchè di tanta violenza non è chiaro. Il sospetto è che di mezzo vi siano ragioni economiche legate alla vendita del furgone. Ma dal carcere Beu e Prequi rimandano le accuse al mittente attraverso l'avvocato Maurizio Mazzarella: «Ma quale tentato omicidio? Sono stati minacciati da Berti, con il quale peraltro sono amici, senza motivo. La lite è cominciata in casa, ma il proprietario li ha fatti uscire. A quel punto si sono ritrovati una decina di persone contro, che lanciavano pezzi di legno contro la macchina. Non capiscono perchè Berti ce l'avesse con loro. Si sono spaventati e hanno cercato di andarsene. Era buio, la strada stretta e l'auto è stata accerchiata. Gli lanciavano contro pezzi di legno. Cercando di fuggire hanno anche strisciato l'auto e sono andati a sbattere contro un'altra macchina (quella di Berti è danneggiata, ndr)».
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