Se non sono ancora chiari i nominativi di chi ha fomentato lunedì la rivolta

Domenica 8 Gennaio 2017
Se non sono ancora chiari i nominativi di chi ha fomentato lunedì la rivolta nell'ex base militare di Conetta è perché le informazioni in mano alla Procura e agli investigatori sono tutte di seconda mano. Le circostanze, infatti, avevano fatto escludere ai responsabili dell'ordine pubblico di compiere un'irruzione, poiché ci sarebbero potuti essere scontri anche duri e nessuno avrebbe voluto ripetere i fatti della scuola Diaz nel 2001 a Genova, quando 61 attivisti finirono all'ospedale.
Ieri, al vertice organizzato in Procura a Venezia per fare il punto sulla vicenda, il procuratore aggiunto Carlo Nordio e il sostituto che conduce le indagini Lucia D'Alessandro hanno elogiato il comportamento dei funzionari, per il sangue freddo e il senso di responsabilità dimostrati in quel frangente.
Intanto, per evitare nuove sorprese, visto che dopo l'alleggerimento di 100 persone la base è ancora popolata da 1.300 richiedenti asilo, è stato attivato un presidio 24 ore su 24 della Digos fino a data da destinarsi. Esclusi, al momento, sia il pericolo che ci possano essere in loco inflitrati da organizzazioni terroristiche mentre sono al vaglio le voci su possibili fatti di prostituzione all'interno del campo.
Rimane da chiarire l'identità di quella ventina circa di stranieri che si sono resi responsabili dei fatti più volte saliti agli onori della cronaca. Per questo, non avendo potuto vedere in prima persona, carabinieri e polizia stanno analizzando tutte le sommarie informazioni (testimonianze) raccolte sul campo e visionando ogni tipo di immagini: da quelle della Scientifica a quelle realizzate dai richiedenti asilo e postate in rete. L'ordine della procura è acquisire ogni supporto disponibile anche in Rete e, se necessario, chiedendoli anche agli organi di informazione.
Al momento, infatti, il fascicolo per sequestro di persona, rissa e danneggiamento in seguito a incendio, è a carico di ignoti e c'è un elenco sommario di persone che dovrà essere completato con identità certe per poter procedere.
Infine, il Pm D'Alessandro ribadisce: non ci sarà una seconda autopsia sul corpo di Sandrine Bakayoko, ma un incarico al medico legale di capire con esattezza la sua storia clinica.
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