Scontro totale Grillo-Renzi

Venerdì 2 Dicembre 2016
Scontro totale Grillo-Renzi
Hanno oscurato ormai tutti gli altri attori in campo. La sfida referendaria è a due, una sorta di incontro di boxe politico-costituzionale-elettorale tra Matteo Renzi e Beppe Grillo. Chi avrà la meglio? Nella colluttazione, com'è tipico dell'Italia partitica, finiscono anche le carte bollate. Oggetti contundenti a loro volta.
Dunque il leader pentastellato annuncia una querela ai danni di Renzi perché «ha spacciato e sventolato una falsa scheda sull'elezione diretta dei senatori che non ci sarà affatto se passa il Sì. Una bufala. Una balla». E ancora Grillo, sul suo blog, mentre scalda i muscoli per il comizio torinese di stasera insieme alle due sindache grilline di Roma e di Torino: «Denunceremo penalmente Renzi per abuso della credulità popolare».
Renzi contrattacca ricordando il caso delle false firme dei grillini sulle liste elettorali per Palermo su cui è stata aperta un'inchiesta dalla magistratura: «Quelli del movimento 5 stelle mi vogliono denunciare? Facciano pure, io domani (oggi, ndr) starò a Palermo e loro conoscono la strada dove si trova la Procura». Grillo insiste: «Renzi è come il protagonista della Banda degli onesti, il film il cui Totò era a capo di un gruppo di falsari». E Renzi reagisce sul merito della questione: «Quella che ho mostrato è la scheda che i cittadini potranno avere per l'elezione dei senatori, se passerà la riforma e se verrà approvata la proposta di legge elettorale di Vannino Chiti».
Conclusione del premier: «Le accuse di non democrazia sono, purtroppo per i grillini, false. Non è vero che togliamo il diritto di voto agli elettori, togliamo ai senatori un po' di burocrazia e stipendi». Ecco insomma come la campagna elettorale degli insulti e delle accuse virulente cerca di tenere fede fino alla fine al suo standard piuttosto hard. E in questo clima s'inseriscono anche le sentenze della Cassazione (ieri ha bocciato il ricorso del Codacons) e del Consiglio di Stato (ieri ha confermato la sentenza del Tar che ha bocciato il ricorso De Petris-Crimi sul quesito referendario). Grillo parla di molluschi: «De Luca, Renzi e Verdini formano la Banda dei calamari, delle famose fritture per convincere a votare Sì auspicate dal governatore campano De Luca. Renzi, il capobanda, vuole vincere il referendum a tutti i costi».
Una delle maniere renziane per aggiudicarsi la partita è stata quella di cancellare il cosiddetto «combinato disposto» tra riforma costituzionale e Italicum. Il premier, ieri: «Sarà possibile fare una nuova legge elettorale in tre mesi. Con questa riforma qualsiasi legge elettorale funziona: proporzionale, maggioritario, Mattarellum, perfino il Porcellum. Comunque ne faremo una nuova e mi pare di capire che esista un'ampia maggioranza in Parlamento per cambiare l'Italicum».
Sono gli ultimi colpi da ring. E domenica uno dei due, Beppe o Matteo, finirà ko.
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