«Scissione? No, è solo Bossi che mi insulta»

Martedì 16 Maggio 2017
MILANO - «Si chiude il capitolo di Salvini uomo solo al comando e di chi dice che la linea lepenista non gli piace. Evidentemente non sono solo». Matteo Salvini usa il successo alle primarie per dire che la linea del partito di cui è per la seconda volta segretario con l'82,7% dei voti è la sua, nonostante un'affluenza dei militanti al 57% che imporrà di «aprire» di più il movimento. Un segnale alla vecchia guardia di Umberto Bossi e Roberto Maroni, che hanno rilanciato la sfida nordista.
Ma il messaggio è anche per i possibili alleati: è la Lega «il primo partito» del centrodestra. E Salvini, quindi, vuole dirigere le danze con Silvio Berlusconi, puntando al ruolo di candidato premier. È proprio Berlusconi però il maggiore ostacolo della linea dura salviniana: «L'unità del centrodestra - ha detto il leader di Fi parlando in serata a Monza - è fondamentale, se siamo uniti si vince. Ma per essere uniti bisogna comportarsi l'un l'altro in maniera corretta ed educata».
A Maroni, in scadenza del primo mandato come governatore, Salvini ha mandato a dire: «A livello politico nazionale e regionale la scelta passa da me». «Farò in modo di convincerlo l'anno prossimo che il modello Lombardia e che la maggioranza che c'è funziona e ottiene risultati», la replica di Maroni, secondo il quale lo «spartiacque è il referendum per l'autonomia del 22 ottobre: se avrà successo, se riusciremo a portare tanta gente a votare, cambia il mondo e la Lombardia e il Veneto decideranno le future alleanze».
Con Bossi non è invece una partita a scacchi, è un duello più duro. Salvini comunque non teme una scissione: «C'è solo Bossi che mi insulta». D'altro canto Maroni assicura: «Umberto non lascerà mai il movimento che ha fondato».

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