Sbarramento ai partitini Tensione Renzi-Alfano

Martedì 30 Maggio 2017
Oggi Alfano riunirà i ministri e deciderà cosa fare. Giovedì, invece, è prevista la direzione del partito. «È chiaro ha detto ieri il leader di Ap a Renzi in un teso faccia a faccia, argomento la legge elettorale che noi diremo ai cittadini cosa intendi fare e saremo conseguenti. Da oggi si gioca a carte scoperte». Alternativa popolare nei giorni scorsi ha fatto trapelare la volontà di minacciare la crisi sulla soglia di sbarramento prevista al 5% e lo stesso Lupi durante l'incontro con il segretario dem ha ribadito che Ap terrà le mani libere. Ma Costa e Lorenzin non sono d'accordo su una linea di rottura e lo stesso ministro degli Esteri non dovrebbe scegliere la strada dello strappo.
Tuttavia i centristi cambiano strategia: assicureranno per il momento «responsabilità» nel sostenere l'esecutivo richiesta arrivata anche dal premier Gentiloni ma addosseranno le colpe a Renzi e Berlusconi per la voglia di urne. «Così rischiamo grosso, se cadono i mercati o si arriverà all'esercizio provvisorio sarà colpa di Pd e Fi», il ragionamento del titolare della Farnesina.
In realtà Renzi non si fida del tutto del Cavaliere. Non è convinto che il leader di Fi intenda accelerare sulle elezioni anticipate, ma la consapevolezza è che la Lega e il Movimento 5 stelle, invece, ci stanno eccome. Per votare a settembre, al massimo a inizio ottobre. La tensione nella maggioranza in ogni caso è destinata a durare. Perché per Renzi la partita sul tetto di ingresso in Parlamento è chiusa: «Se cade il governo si va alle urne con il Consultellum. E come pensi di arrivare all'8%?», la domanda che ha rivolto ad Alfano. I tempi in cui l'asse Pd-Ap era strettissimo non ci sono più. «I centristi vadano con Parisi, non è un problema nostro. Se vogliono minacciare ritorsioni facciano pure», tagliano corto i dem.
Anzi Renzi ha riallacciato anche i rapporti con Calenda togliendo un eventuale alleato ad Ap. I due si sono sentiti, è in corso il disgelo dopo mesi di rapporti ai minimi termini. Ma la telefonata più importante il segretario dem l'ha avuta con il Cavaliere. Ha chiesto nuovamente garanzie. «L'accordo è saldo», l'assicurazione ricevuta. L'opzione larghe intese post-elezioni non è esclusa affatto.
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