PORDENONE - (lz) Gli spunti, nella Russia di Putin, non mancano. Molti autori sono essi stessi militanti. Eppure la narrativa russa contemporanea pare rifugiarsi tutta nel passato: «È il suo problema fondamentale - spiega Andrej Astcaturov, considerato il principale autore della Russia di oggi - attualmente gli scrittori russi ambientano nel passato le loro storie». L'elenco degli autori contemporanei che scelgono questa via è lungo: va da Evgenij Vodolazkin, con il suo romanzo Lauro a Dmitry Bykov, che nei suoi scritti racconta gli inizi del periodo sovietico, pur essendo giornalista e attivista politico. L'elenco comprende lo stesso Astvacaturov, narratore degli anni 70 e di luoghi a lui stranieri come Londra, l'isola di Capri o Parigi. «Lo scrittore russo contemporaneo non parla dell'attualità - spiega - ma ciò nonostante si riferisce sempre e comunque alla sua personale esperienza. Qualsiasi filologo capisce molto bene che ciascuno scrittore trasmette le sue sensazioni relative al momento attuale, descrive la sua situazione presente utilizzando i segni del passato. In Russia viviamo una situazione politica ben definita, ma per qualche motivo è una situazione che non stimola gli scrittori, per quanto questo sia strano». Ed è strano proprio perché, ricorda, «negli ultimi cinque anni siamo ritornati alla situazione della fine degli anni Ottanta, con la società divisa fra patrioti e liberali. C'è anche il conflitto armato che si sta combattendo nel Sud della Russia, e dunque di materiale per ispirare i libri ce n'è. Eppure, di questo nessuno scrive». Si potrebbe incolpare la censura, ma per Astvacaturov non è così: «L'unica forma di censura che esiste è quella nei confronti dei libri riservati ai maggiorenni. Al Governo non interessa il contenuto dei libri, purché non si tratti di istigazione all'estremismo, all'uso di droghe o all'omosessualità».
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