ROMA - Per Grillo la linea vincente è quella incarnata da Luigi Di Maio. Si

Martedì 21 Marzo 2017
ROMA - Per Grillo la linea vincente è quella incarnata da Luigi Di Maio. Si è voluto sedere accanto a lui quando ha fatto il suo ingresso al convegno organizzato a Montecitorio ed è lui che ha voluto incontrare ieri sera in solitaria. Insomma Grillo ha di fatto dato al vicepresidente della Camera una delega in bianco sull'interpretazione della linea politica del M5S, anche sul tema alleanze. Tanto che Di Maio ieri ha potuto dire in scioltezza che se M5S vincerà le elezioni senza raggiungere il 40% «noi sottoporremo al voto dell'Aula il programma, i temi. Su questi argomenti non abbiamo preclusioni sulla provenienza dei voti».
Il caso Genova, però, è tutt'altro che chiuso. A Grillo infatti la base pentastellata da giorni chiede spiegazioni sul cartellino rosso agitato verso Marika Cassimatis. Ma lui non ha concesso molti spazi di confronto: «Una democrazia senza regole non è una democrazia, noi abbiamo le nostre regole. Io sono il garante e le faccio rispettare, chi non è d'accordo si faccia un altro partito». I chiarimenti che chiede Cassimatis sarebbero dovuti arrivare dai delegati liguri: la consigliera Alice Savatore e il deputato Sergio Battelli che invece fanno spallucce limitandosi a dire che il garante ha deciso. Il punto è che a Genova si è materializzata quella guerra tra bande che agita anche altri territori e di cui ha più volte parlato il deputato savonese Matteo Mantero che non va per il sottile: «Chi ha portato Genova a questa situazione deve farsi un esame di coscienza e assumersi le sue responsabilità. Alice Salvatore? È sicuramente tra i responsabili». Insieme a Mantero ci sono una trentina di parlamentari per cui il caso Genova è una dimostrazione lampante di incapacità politica.
La visita romana di Grillo aveva così lo scopo di calmare gli animi e a ribadire che basta fidarsi come ha detto anche Di Maio. In mattinata Grillo ha incontrato Elio Lannutti, presidente Adusbef che ha promesso un aiuto concreto al programma elettorale del M5S.
Intanto tra veleni, giochi di potere e gare di fedeltà, nei territori, il popolo pentastellato, la mitica base si sta lentamente cannibalizzando in una faida che al momento nessuno è in grado di governare. Nemmeno Grillo. Anzi lui ci si è trovato in mezzo, a Genova, ma anche a Roma sono spuntati durante la campagna elettorale interna. E a Piacenza ci sono due liste contrapposte, frutti della scissione avvenuta a dicembre scorso, che si battono per avere la certificazione della Casaleggio. A Galatone, in Salento, non c'è unità e ci sono due mozioni avversarie mentre a Padova il M5S è parecchio tormentato e sta aspettando la fatidica certificazione.
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