Ripresa, il Pil vede l'1,5% ma Italia ultima nell'area euro

Giovedì 17 Agosto 2017
L'Italia va. Cresce da 10 trimestri consecutivi e a passo più sostenuto del previsto, tanto da avere già centrato a metà anno le previsioni del governo. A certificare l'andamento positivo dell'economia italiana è l'Istat, che nella stima preliminare vede una crescita dello 0,4% nel trimestre che diventa 1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016, al top da 6 anni. Si tratta, però, del risultato più basso dell'Eurozona, dove il Pil segna +0,6% rispetto al trimestre precedente e più 2,2% su base annua. Insomma, restiamo il fanalino di coda, nonostante qualche passo avanti significativo.
Ovviamente governo e maggioranza esultano, a partire dal premier Paolo Gentiloni, che invita ad andare avanti così perchè questa è la «base per rilanciare economia e posti di lavoro». E se il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan stigmatizza che si tratta del «tasso di crescita più sostenuto dall'inizio della crisi» e dà merito al governo che si è saputo muovere «con coerenza» lungo il «sentiero stretto» tra consolidamento dei conti e sostegno alla ripresa, il segretario Pd Matteo Renzi non perde l'occasione per attaccare i «gufi» e dettare l'agenda della prossima legislatura: disoccupazione sotto il 10%, quella giovanile dimezzata e Pil che deve aumentare al ritmo del 2%. La variazione acquisita è dunque 1,2% ma siamo lontani di ben 6 punti dal livello pre crisi.
Per ritrovare un Pil tendenziale più alto, spiegano all'Istat, bisogna risalire al primo trimestre del 2011, quando l'incremento era stato del 2,1%. A spingere l'economia tra aprile e giugno hanno contribuito soprattutto, questa volta in uguale misura, l'industria e i servizi, il cui dato sarà diffuso il 30 agosto. Buono anche l'andamento della domanda interna (al lordo delle scorte) mentre si è registrato un limitato contributo negativo della componente estera netta. Il dato, ricorda però l'Istat, è destagionalizzato e corretto per gli effetti di calendario, con il secondo trimestre che ha avuto 3 giornate lavorative in meno del primo (l'intero 2017 avrà invece 2 giornate lavorative in meno). È possibile quindi che lo 0,4% possa essere leggermente rivisto il primo settembre, quando arriveranno i dati sui conti economici del secondo trimestre. In ogni caso alla luce del rialzo delle stime dei primi sei mesi dell'anno le previsioni di crescita degli analisti è di una revisione a +1,4% per l'intero 2017, in linea con i rialzi già annunciati dal Fmi (+1,3%) e dalla Banca d'Italia (+1,4%). Anche il governo potrebbe a questo punto rivedere con più ottimismo i risultati del 2017, ma per avere certezza del rialzo della stima bisognerà attendere la nota di aggiornamento al Def, attesa entro il 27 settembre. Le opposizioni respingono come ingiustificata la soddisfazione della maggioranza: nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,1% negli Stati Uniti, dell'1,8% in Francia e dell'1,7% nel Regno Unito. Quindi spiga Renato Brunetta di Fi - peggio di noi solo Portogallo e UK.
Di dati «incontestabili» che segnalano «un'inversione strutturale» parla invece il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, chiedendo adesso di guardare al lavoro e ai giovani.
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