Renzi spara sulla Ue e detta la linea a Gentiloni

Lunedì 27 Marzo 2017
Renzi spara sulla Ue e detta la linea a Gentiloni
ROMA - «Negli ultimi 10 anni si sono sbagliate quasi tutte le politiche economiche europee, si è scelto di fare l'austerity. E' stato disastroso. Noi nel 2014 abbiamo detto basta, l'ha fatto il Pd ed il governo italiano, e abbiamo cominciato a fare un po' i matti in Ue». Passata la festa, gabbato lu santo, potrebbe dire qualcuno dopo l'Europa-day di Roma e le parole pronunciate da Matteo Renzi che ieri era a Perugia con Maurizio Martina per le primarie del Pd.
«La sfida adesso è raccontare quali idee abbiamo per l'Europa di domani, l'Europa dei figli, non solo quella dei padri fondatori», scrive l'ex premier di prima mattina su Facebook. Poi giù l'elenco delle cose da fare: «Innovazione, ricerca, ambiente, educazione e capitale umano, infrastrutture, immigrazione, cultura, sicurezza, difesa comune. Altro che spread e austerità, per noi l'Europa è una sfida affascinante». E poi ancora il ministro Martina al quale Renzi affida il compito di rilanciare l'idea, presentata dal governo italiano un anno fa a Bruxelles, di «un'assicurazione europea contro la disoccupazione» di cui «da tempo si discute». Dall'austerità alla cura per Renzi. E in fretta. Frasi non del tutto nuove, forse, ma che rompono quel clima con Bruxelles e, soprattutto con Berlino, al quale sino al giorno prima avevano lavorato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Renzi entra a piedi uniti sull'Unione non senza averla lodata prima per la pace e la prosperità che in sessant'anni ha dato a tutti i paesi aderenti. L'assenza di Renzi alla cerimonia romana dei Trattati è stata notata, anche perché Andrea Orlando - altro candidato alla segreteria - ha invece preferito esserci. «Non voleva togliere spazi a Gentiloni», è la spiegazione che viene data dai renziani il giorno dopo e prima delle bordate che l'ex premier spara da Perugia contro Bruxelles, ma non solo. Eh già perché tra le parole dell'ex premier si coglie più di un avvertimento a coloro che, al Mef piuttosto che a palazzo Chigi, pensano di assumere un atteggiamento diverso nei confronti della Commissione europea. «È ora che a Bruxelles si dica ce lo chiede l'Italia, perché «per troppo tempo si è detto ce lo chiede l'Europa. Ora chiunque votiate al congresso ricordatevi che questo periodo è finito».
Poi un nuovo avvertimento a chi deve ottenere nuova flessibilità da parte di Bruxelles per evitare aumenti di tasse, rincari della benzina o delle sigarette. «Noi la flessibilità l'abbiamo ottenuta non rispetto alle regole di prima, ma rispetto alle stupide regole del Fiscal compact». E poichè il fiscal compact imperversa ancora, ecco il percorso che dovrebbe portare alla manovra correttiva di fine aprile si fa ancora più complicato. Sulla carta si tratta di trovare poco più di tre miliardi. Scoglio più complicato da superare con il recupero dell'evasione fiscale e il taglio delle spese. Più facile con il ritocco dell'Iva o delle accise sui carburanti che invece il Pd renziano non vuole. La strada, assicurano al Mef, potrebbe essere quella che punta a recuperare risore dalla lotta all'evasione (split payment e reverse charge), dai tagli di spesa ai ministeri e dalla proroga dell'operazione di rottamazione delle cartelle di Equitalia. Un chiarimento nella maggioranza potrebbe avvenire presto anche perché la manovra correttiva è propedeutica alla presentazione del Def, e anche i centristi di Alfano hanno fatto sentire la propria voce. Il tutto dovrebbe essere presentato ed approvato dal Parlamento entro il mese prossimo, ma la coincidenza con le primarie del Pd e la campagna elettorale per le amministrative, rende il percorso faticoso e apre molti interrogativi per il futuro. Infatti se queste sono le premesse, un miraggio se non un incubo rischia di diventare la legge di Bilancio che dovrà essere presentata ad ottobre e approvata entro l'anno. Ovvero poche settimane prima della fine della legislatura e delle conseguenti elezioni politiche.
Per Renzi, tanto più se tornerà ad essere segretario del Pd, la legge di Bilancio dovrà essere la più espansiva possibile e poter contenere su un piano di investimenti e aiuti al sociale - compreso il sussidio Ue per i disoccupati - in linea con quanto è stato evocato ieri l'altro a Roma. (ma.co.)
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