Renzi non cambia idea «Avanti fino al 2018»

Lunedì 26 Giugno 2017
«Adesso? Si va avanti sino al 2018». Il tono fa comprendere che la risposta non sarebbe cambiata anche se a Genova il centrosinistra avesse vinto. Il secondo turno delle amministrative Matteo Renzi lo ha seguito dalla poltrona della casa di Rignano. La liquefazione dei grillini due settimane fa ha avuto sui leader dei due schieramenti tradizionali un effetto tranquillizzante da chi ha passato il turno ed è contento comunque di essere andato in finale. Ovvio che Renzi avrebbe voluto il podio in più capoluoghi, ma è convinto che l'analisi della sconfitta a Genova, e non solo, debba farla tutta la sinistra e non solo il Pd. Ovvio che il segretario ricordi le vittorie al primo turno ottenute a Palermo e Cuneo, ma dalla elezioni Europee in poi la curva dei consensi soffre mentre nel partito si alzano voci critiche che evocano primarie anche se perse poche settimane fa.
Essere paragonati a «comari da ballatoio» può non piacere, ma il risultato di ieri dimostra che l'offerta complessiva della sinistra non sfonda e che la massa del non voto potrebbe presto prendere altre strade, come dimostra a Lucca l'8% preso al primo turno dai neofascisti di CasaPound. D'altra parte mentre la scorsa settimana Crivello a Genova cercava voti per battere Bucci, i partiti della sinistra che aspirano a governare il Paese hanno continuato con il festival degli insulti, dei veti e controveti, con una serie di personaggi dalle mille stagioni pronti a sostenere tutto e il contrario di tutto pur di rimanere su piazza. «Più che la concorrenza temiamo le divisioni a sinistra», disse qualche giorno fa il portavoce del Pd Matteo Richetti. E la profezia sembra avverarsi con la sinistra pronta a spianare la strada stavolta non più ad una nuovo Cavaliere ma ad una destra sovranista frutto della saldatura tra nostalgici, leghisti e grillini con l'albero genealogico a destra.
Una rissa che a Genova, come a Parma o Taranto, più che spostare elettori ha convinto tanti a restare a casa. E così anche stavolta, Pd, Mdp, e SI pagano la disaffezione da secondo turno che una volta affliggeva solo il centrodestra che invece riprende quota, ma a trazione leghista.
Senza liste civiche e con alleati-coltelli, il compito degli aspiranti sindaco di centrosinistra si è rivelato in salita persino a L'Aquila. E mentre Berlusconi sosteneva in tv di volere Salvini ministro degli Interni di un futuro governo di centrodestra, Speranza attaccava Gentiloni annunciando di preferire una legge di Bilancio votata da Pd e FI.
Il numero secco dei capoluoghi vinti e persi è pesante anche se nei comuni più piccoli il dato è controverso e toccherà a Matteo Ricci, responsabile enti locali del Pd, analizzare i flussi elettorali. Ciò che però per Renzi emerge è il compattarsi di un blocco sovranista che taglia il centrodestra e si salda con il M5S. L'analisi più politica sui risultati, che il segretario del Pd considera amministrativi, Renzi intende farla venerdì e sabato alla riunione dei Circoli del Pd organizzata a Milano. Un appuntamento che Renzi ritiene importante in vista di quella campagna elettorale «pacata e civile, tutta di contenuti» che intende svolgere in autunno. E di idee e proposte Renzi va a caccia in queste settimane convinto che le elezioni politiche ci saranno il prossimo anno e che dopo il fallimento del sistema tedesco sarà difficile rimettere mano ad una legge elettorale. Su questo punto il pressing del Cavaliere è fortissimo. Berlusconi vorrebbe recuperare l'intesa sul sistema tedesco, ma il segretario del Pd di tentativi «doverosi» pensa di averne fatti fin troppi e la ritrovata sintonia con Romano Prodi gli impedisce nuove corse in solitaria.
L'appello per «una sinistra responsabile» di Lorenzo Guerini, diventa attuale dopo i risultati di ieri sera, perché la sconfitta del M5S al primo turno è diventata per Renzi la vittoria del centrodestra a Genova, unico comune dove il M5S ha dato indicazioni di voto.
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