Renzi, dimissioni rinviate: «Dopo l'ok alla manovra»

Martedì 6 Dicembre 2016
Renzi, dimissioni rinviate: «Dopo l'ok alla manovra»
Dimissioni congelate «per senso di responsabilità e per non mandare il Paese all'esercizio provvisorio», come ha sostenuto ieri sera Matteo Renzi poco prima di recarsi per la seconda volta nella giornata, a colloquio con il Capo dello Stato.
Per Sergio Mattarella si tratta del primo vero banco di prova di una pre-crisi di governo dall'inizio del settennato. Una crisi annunciata con le sue dimissioni nella notte di domenica dallo stesso presidente del Consiglio da palazzo Chigi dopo la secca sconfitta referendaria del Sì. Sin dal colloquio informale mattutino, Mattarella ha scoperto le carte, esponendo al premier tutta la sua preoccupazione per i conti pubblici che rischiano di andare fuori controllo senza l'approvazione definitiva della legge di Bilancio entro il mese dicembre.
MANOVRA - Un'esigenza per il Quirinale imprescindibile sulla quale, vista l'attenzione dei mercati, non sono ammesse incertezze, rinvii o rimpalli di responsabilità. Per sottolineare questa necessità, Mattarella ha indicato anche la strada percorsa dal suo predecessore Giorgio Napolitano in occasione delle dimissioni dei governi Berlusconi e Monti (nel 2011 e 2012), che era state congelate proprio per consentire l'approvazione definitiva delle manovra finanziarie. E per dare un carattere ancor più formale ed esplicito al suo avvertimento, o meglio al suo pressing, il capo dello Stato - al termine del colloquio con Renzi - ha fatto diffondere una nota in cui si sottolinea che «vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all'altezza dei problemi del momento». Un richiamo in piena regola, piuttosto lontano dai toni felpati della moral suasion, in cui parole chiave sono quelle «scadenze da rispettare in ogni caso». Cioé indipendentemente da chi guida il governo. Le preoccupazioni del capo dello Stato sono state fatte proprie da Renzi che comunque si è riservato di decidere per constare tempi e modi di una approvazione rapida della legge di Bilancio. Sempre nella stessa nota, Mattarella plaude all'alta affluenza di domenica «testimonianza di una democrazia solida» e si augura che il clima politico sia improntato «a serenità e a rispetto reciproco».
TEMPI - Nel colloquio sono state esaminate anche altre ipotesi come un Renzi-bis o un governo istituzionale per approvare una nuova legge elettorale e magari arrivare al voto nella primavera del prossimo anno. Un'ora di colloquio e poi la decisione di darsi un nuovo appuntamento per la serata dopo la riunione del Consiglio dei ministri e dopo la verifica che palazzo Chigi ha fatto con il Senato sui tempi di approvazione della legge di Bilancio che giovedì verrà varata con un voto di fiducia tecnico in modo da non modificare il testo uscito da Montecitorio. Malgrado ieri le borse e lo spread abbiano retto, il timore possibili agguati della speculazione internazionale, in stile 2011, impongono non solo la messa in sicurezza della legge di Bilancio, ma anche tempi certi alla crisi di governo che ufficialmente si aprirà giovedì, subito dopo il voto di palazzo Madama, mentre venerdì prossimo ci saranno le consultazioni al Quirinale e, forse, sabato un nuovo incarico per formare un nuovo governo. Il via libera al timing presidenziale, con tanto di dimissioni slittate di tre giorni, Renzi lo ha dato nel colloquio serale seguito al consiglio dei ministri. Nella nota che il Quirinale ha diffuso al termine del secondo incontro, il capo dello Stato spiega di aver chiesto al premier di «soprassedere» per ora alle dimissioni tenendo in considerazione «la necessità di completare l'iter parlamentare di approvazione della legge di bilancio onde scongiurare i rischi di esercizio provvisorio».
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