Quell'allarme lanciato da uno studio inglese

Mercoledì 26 Luglio 2017
ROMA - Una correlazione che la scienza ha sempre bocciato. È quella tra vaccini e insorgenza dell'autismo, questione sulla quale si è pronunciata la Corte di Cassazione, bocciando la richiesta di indennizzo avanzata da un padre.
Ad affermare l'inesistenza di un nesso di causalità tra vaccinazione e malattia autistica sono tutte le autorità scientifiche, dall'Istituto superiore di sanità all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha ribadito che «è importante riconoscere, a prescindere dalle appartenenze politiche, che non esiste alcuna correlazione tra i vaccini e le malattie dello sviluppo. Le forze politiche tutte - ha sottolineato, riferendosi al decreto sull'obbligo vaccinale all'esame della Camera - hanno la grande occasione di rassicurare la popolazione e smentire definitivamente le false notizie, le bufale che hanno alimentato paure ingiustificate e contribuito a far precipitare le coperture vaccinali».
La storia della presunta associazione fra vaccinazione infantili Mpr (contro morbillo, parotite e rosolia) e autismo nasce da uno studio inglese, pubblicato da Andrew Wakefield sulla rivista The Lancet nel 1998. Nello studio, che non faceva però riferimento alla vaccinazione anti-polio, si sosteneva che il vaccino Mpr potesse provocare un'infiammazione della parete intestinale, responsabile del passaggio in circolo di sostanze tossiche per il cervello.
L'ipotesi è stata poi smentita da numerosi studi condotti in Europa e negli Usa. Nel 2010 il General Medical Council britannico stabilì che lo studio di Wakefield non era attendibile e nello stesso anno The Lancet ritirò l'articolo.
Due anni dopo Wakefiled fu radiato dall'Ordine dei medici. L'ultimo studio disponibile è una meta-analisi pubblicata nel 2014 sulla rivista Vaccine, che non ha evidenziato alcuna associazione fra autismo, disordini dello spettro autistico e vaccinazioni. A ribadire che i vaccini sono tra i farmaci «più sicuri» è anche l'Aifa.
I vaccini, come spiegato dal presidente dell'Agenzia Stefano Vella, «sono farmaci e tutti i farmaci possono provocare una reazione avversa, ma sono fra i farmaci più sicuri, di più rispetto ad altri che utilizziamo frequentemente come gli antinfiammatori»

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