Putin riapre all'Italia le porte della Russia

Giovedì 18 Maggio 2017
«Da quando lei è diventato premier l'interscambio è tornato a salire. Nei primi mesi dell'anno è in crescita del 28%». Errori e incertezze dell'attuale amministrazione americana - soprattutto nei rapporti con Mosca - permettono a Vladimir Putin di restare al centro della scena e consentono al presidente russo di sottolineare - al termine dell'incontro con Paolo Gentiloni - come molti spazi commerciali si siano riaperti. La coincidenza temporale tra il cambio di inquilino a palazzo Chigi e alla Casa Bianca conferma se non altro quanto l'Italia, e non solo, abbia subito la politica delle sanzioni imposte alla Russia dopo l'invasione della Crimea.
Il viaggio di ieri a Sochi del premier Gentiloni conclude un ciclo di incontri che in pochi mesi ha portato in Russia prima il ministro degli Esteri Alfano, poi il ministro dell'Interno Minniti, il presidente della Repubblica Mattarella e ieri il premier Gentiloni. Senza contare - e a conferma del rapporto stretto - i numerosi incontri avuti da Matteo Renzi con Putin durante i tre anni di governo e il no che l'Italia pronunciò quando a Bruxelles si immaginavano nuove sanzioni a seguito degli interventi russi in Siria. L'Italia che guida il G7 non intende allargare ancor più il fossato tra Ue e Russia e nelle scorse settimana ha lavorato per raccogliere le posizioni russe sui singoli dossier oggetto del G7. Nei mesi scorsi molti osservatori hanno sperato a lungo che l'arrivo di Trump alla Casa Bianca potesse essere occasione per riammettere Mosca al G7 dopo l'estromissione di tre anni fa. Gli accordi di Minsk, non ancora del tutto attuati, e le resistenze tedesche hanno impedito il cambio di passo che l'Italia continua a sollecitare sostenendo, come ha fatto anche ieri Gentiloni, che l'Italia ovviamente non romperà il fronte europeo ma che sulle sanzioni non ci può però essere alcun «automatismo». Anzi, l'Unione deve «riprendere con forza il dialogo Ue-Russia».
Gli accordi firmati ieri a Sochi prevedono una intesa fra Anas, Avtodor e Fondo diretto russo per gli investimenti in cooperazione tecnologica e investimenti per la realizzazione in Russia di progetti autostradali. Un accordo fra la Pietro Fiorentini con Rosneft per la cooperazione industriale, fra Tecnoclima e Rosneft per modernizzazione e servizi di manutenzione dei sistemi di riscaldamento e ventilazione delle piattaforme di trivellazione, fra Rosneft e Eni, per l'estensione della cooperazione nel campo dell'estrazione, a cominciare dalle trivellazioni nel Mar Nero e nel Mare di Barents. Accordi firmati e altri in essere. Perché «Enel è interessata nello sviluppo delle tecnologie per l'energia eolica», come ha ricordato Putin, e l'export dal 2014 ad oggi si è dimezzato, ma non solo per colpa delle sanzioni ma anche per il crollo del prezzo del petrolio. Ora che però le quotazioni del barile sono in rialzo, anche l'economia russa è in ripresa e a caccia di investitori che vogliono produrre in loco.
Interesse russo è quindi quello di svelenire le tensioni geopolitiche con l'Occidente e nei colloqui di ieri Gentiloni e Putin hanno toccato tutti i dossier più importanti.
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