Primo: non è vero che la legge elettorale con sistema tedesco corretto sia

Martedì 30 Maggio 2017
Primo: non è vero che la legge elettorale con sistema tedesco corretto sia
Primo: non è vero che la legge elettorale con sistema tedesco corretto sia proporzionale. Secondo: la nuova legge cambierà a fondo la geografia politica italiana poiché, come vedremo, il Lombardo-Veneto feudo del centro-destra questa volta potrebbe vedere gran parte dei collegi uninominali assegnati al Pd, mentre ampie aree del Sud potrebbero colorarsi del giallo dei pentastellati. Terzo: se davvero Forza Italia e Lega si presenteranno separatamente potrebbe accadere che una grandissima parte dei gruppi parlamentari forzisti saranno composti da deputati nominati, nel senso che saranno eletti quasi esclusivamente nei listini bloccati della quota proporzionale.
Queste - e molte altre - sono le sorprese che si ricavano parlando con chi in queste ore si sta occupando dei delicatissimi dettagli intorno ai quali ruota la trattativa sulla legge elettorale e spulciando gli emendamenti presentati nelle scorse ore al testo in discussione alla Camera.
Iniziamo dal nodo centrale: il sistema tedesco (sia pure con correzioni importanti perché non c'è il doppio voto né il numero flessibile di deputati) è proporzionale o maggioritario? Per capirlo facciamo parlare i numeri, iniziando, come è giusto, dalla Germania. Ebbene, qui nelle ultime elezioni politiche del 2013 la Cdu-Csu della Cancelliera Merkel prese il 41% dei voti che le assicurarono il 49% dei seggi. L'impennata maggioritaria dei seggi fu notevole perché l'8% degli eletti in più equivale ad un incremento del 20% dei seggi rispetto a quelli garantiti alla Cdu-Csu dai voti proporzionali. Perché? Merito dei 15% dei voti totali che non furono conteggiati per i seggi poiché andarono a partiti che non superarono la soglia minima del 5%.
«Non ci piove, quella soglia del 5% può terremotare il proporzionale persino più di altri sistemi maggioritari come il Mattarellum», assicura Dario Parrini, uno dei deputati Pd che da 20 anni si danna sui sistemi elettorali. In parole povere: tanti più voti andranno a piccoli partiti che non raggiungeranno il 5% tanti più seggi andranno ai grandi partiti. C'è un altro effetto di questo inedito sistema misto che cambierà nel profondo il panorama politico italiano. Il feudo lombardo veneto del centro destra si colorerà di rosso. Per capirlo occorre assimilare un dato tecnico sintetizzato nel grafico sulla simulazione della circoscizione Lazio1: ogni circoscrizione ha un numero fisso di eletti che saranno divisi a metà fra collegi uninominali e listini proporzionali. Ma ogni partito prima incasserà gli eletti nei collegi ai quali si aggiungeranno quelli del listino proporzionale bloccato.
Poiché Lega e Forza Italia si presenteranno separatamente, avranno pochi collegi. Inoltre sia in Lombardia che in Veneto anche i 5Stelle sono debolini (a Milano viaggiano sul 10%). Questo significa che nel lombardo-veneto molti collegi uninominali andranno al Pd per la debolezza degli avversari visto che la Lega è accreditata di voti superiori al 35% solo in alcune aree.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci