Pensioni, estesa l'opzione donna

Giovedì 24 Novembre 2016
Pensioni, estesa l'opzione donna
Una decisione attesa sulla pensione delle donne, un compromesso sulla grana dei poteri in campo sanitario dei presidenti di Regione, e una bocciatura sulla tassazione degli affitti turistici. Sono i tre esiti, diversi, di altrettanti temi che attendevano soluzione nella lunghissima riunione della commissione Bilancio della Camera, convocata per chiudere l'esame del disegno di legge di bilancio in vista del suo arrivo in aula e del successivo voto di fiducia. In materia di previdenza la proroga dell'opzione donna è in qualche modo un completamento del pacchetto messo a punto con la manovra. Si tratta della possibilità per le lavoratrici di andare in pensione anche a 57 anni per le dipendenti o 58 per le autonome, con 35 anni di contributi e il trattamento economico calcolato integralmente con il più penalizzante sistema contributivo. L'estensione è di tre mesi: sottraendo dal conto un periodo analogo che si è aggiunto al requisito di età dal 2013 per l'adeguamento all'aspettativa di vita, potranno accedere a questa formula le dipendenti nate entro il 1958 e le autonome dell'ultimo trimestre 1957, che altrimenti sarebbero rimaste fuori perché i requisiti devono essere raggiunti entro il 2015, mentre l'uscita avviene un anno dopo per il meccanismo delle finestre (un anno e mezzo per le autonome). La novità riguarda poco più di 4 mila lavoratrici.
LA POLEMICA - Niente di fatto invece sul tema della tassazione degli affitti turistici, in particolare quelli che passano per il sistema Airbnb. Vista la contrarietà del governo sono stati bocciati gli emendamenti, presentati anche dalla maggioranza, che prevedevano - in chiave di contrasto all'evasione nel settore - l'applicazione automatica della cedolare secca al 21 per cento. La decisione è stata salutata con favore da Confedilizia, mentre non è piaciuta al presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia, che in particolare riguardo al ruolo del portale Airbnb parla di «Far west digitale».
Ma ieri la polemica si è concentrata in particolare sulla cancellazione dell'incompatibilità tra il ruolo di presidente di Regione e quello di commissario straordinario alla sanità. Una norma richiesta soprattutto per la Campania e ribattezzata quindi emendamento De Luca. Forti in particolare le proteste del Movimento 5 Stelle. Alla fine una proposta di compromesso presentata dal relatore Guerra prevede che l'incompatibilità tra le due figure salti, ma con una verifica affidata ogni sei mesi ai tavoli tecnici - cui partecipa il governo - per la verifica dei disavanzi sanitari.
IL TESTO - Il testo del disegno di legge arriverà poi in aula dove il governo venerdì dovrebbe chiedere la fiducia. Mentre al Senato il voto di fiducia è in programma già stamattina sul decreto fiscale, già votato dalla Camera, che contiene una parte della manovra economica. Quella di oggi sarà una giornata importante anche per il pubblico impiego. In mattinata è previsto l'incontro di Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, con Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo dei contratti pubblici. Si profila una prima intesa che potrebbe aprire la strada ad un'intesa per aumenti da 85 euro mensili lordi. In serata poi il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare in via definitiva il decreto che riforma la dirigenza pubblica. La versione finale del testo è stata ammorbidita; non si esclude comunque uno slittamento anche se la relativa delega scade alla fine di questa settimana.
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