Ora è legge il fondo pubblico da 20 miliardi per le banche. Ma quasi il 70%

Venerdì 17 Febbraio 2017
Ora è legge il fondo pubblico da 20 miliardi per le banche. Ma quasi il 70% della dote, una cifra tra i 13 e i 14 miliardi dovrebbe essere già opzionata di fatto dagli aumenti di capitale di Mps e delle Banche Venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Nel primo caso si parla di 8,8 miliardi stando alle richieste avanzate dalla Bce a dicembre. Mentre nel caso degli istituti veneti, l'intervento pubblico temporaneo, come nello spirito della legge, potrebbe arrivare fino a 5 miliardi se Francoforte alzerà davvero l'asticella della ricapitalizzazione richiesta tra 4,5 e 5 miliardi di euro, come anticipato dal Messaggero, escludendo quindi il fondo Atlante 2, orientato a tirarsi indietro se non potrà avere la maggioranza.
E' stato il via libera definitivo della Camera al decreto salva-risparmio (con 246 sì) a far partire la macchina, con tanto di emissione di titoli di Stato, per il fondo da 20 miliardi per le banche in crisi. «Un passo avanti per garantire più sicurezza economica a famiglie e imprese», per il premier Paolo Gentiloni. Ma resta il malumore delle opposizioni, in testa Forza Italia e Lega. E soprattutto restano le polemiche sollevate dal compromesso sulla black list dei debitori delle banche in crisi. Niente nomi, dunque, ma saranno rivelati solo i profili di rischio e i meriti di credito dei grandi insolventi che hanno ricevuto prestiti sopra l'1% del patrimonio netto delle banche che chiedono il sostegno pubblico, Mps in testa. Tra le poche modifiche del Parlamento al testo originale, ci sono però anche i paletti agli stipendi. II manager delle banche aiutate dallo Stato potranno inciampare nei limiti ai compensi per il cda e dell'alta dirigenza. Il richiamo, ha sottolineato il sottosegretario Pier Paolo Baretta, è alle norme Ue che prevedono «una retribuzione al massimo di quindici volte il salario medio nazionale dello Stato membro (o di dieci volte il salario medio della banca). Il salario medio italiano corrisponde a circa 28 mila euro, moltiplichiamo per 15 dà circa 450 mila euro». Tra le altre novità anche la maggiore diluizione dei vecchi soci e obbligazionisti di Mps e delle altre banche che chiederanno il sostegno pubblico. Passando al capitolo delle quattro banche salvate, è stata invece allargata la platea dei rimborsi forfait per i bond subordinati. Si riaprono dunque fino a fine maggio i termini per la domanda degli obbligazionisti di Etruria, Marche, Carife e Carichieti. Potrà accedere al meccanismo forfettario all'80% anche chi ha ricevuto i bond da coniugi, conviventi more uxorio o parenti fino al secondo grado. Mentre il prezzo pagato per i bond non sarà più conteggiato nel tetto a 100mila euro per il patrimonio mobiliare, tra i criteri per l'accesso al rimborso.
Quanto agli effetti del burden sharing, il prezzo della crisi pagato dai risparmiatori sarà attenuato dal riacquisto delle azioni, post conversione dei bond subordinati, in cambio di bond senior solo per le obbligazioni acquistate prima dell'entrata in vigore del bail in, il primo gennaio 2016. Il cuore del decreto si preoccupa poi anche della prevenzione. Dunque, nasce un comitato ad hoc per tracciare una strategia nazionale di educazione finanziaria. Gli componenti parteciperanno a titolo gratuito e la dote da gestire sarà di un milione di euro all'anno .
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