Nel mirino emendamento sulla riduzione dell'Iva per i trasporti marittimi

Sabato 20 Maggio 2017
Nel mirino emendamento sulla riduzione dell'Iva per i trasporti marittimi
Una rete dalle trame strettissime, tessuta attraverso regali, assunzioni, favori. Al centro Ettore Morace, famiglia di armatori partenopei sbarcati a Trapani, proprietari di un impero economico e della più grossa compagnia di aliscafi d'Europa. Insieme ai Franza di Messina, il re dei collegamenti marittimi siciliani. Ettore Morace da ieri è in carcere con l'accusa di corruzione. Ai domiciliari, invece, è finito uno dei suoi referenti nella politica locale, Girolamo Fazio, deputato alla Regione siciliana e candidato a sindaco di Trapani. L'ennesimo colpo di scena in una competizione elettorale che aveva visto nei giorni scorsi uno dei favoriti, il senatore azzurro Antonio D'Alì sotto processo per mafia, annunciare lo stop alla campagna dopo la decisione della Procura di Palermo di chiedere per lui il soggiorno obbligato, in quanto soggetto socialmente pericoloso. Ma gli echi di un' inchiesta, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, che ha svelato una corruzione diventata sistema non si sono fermati a Trapani. Nell'informativa dei carabinieri ci sono i nomi di Simona Vicari, sottosegretario siciliano ai Trasporti, senatrice di Ap, accusata di corruzione e costretta nella serata di ieri a dimettersi. E di Rosario Crocetta, governatore siciliano che risponde dello stesso reato. «Sono sereno», ribatte ai 5Stelle che gli chiedono di lasciare. Mentre la parlamentare si dice certa di poter chiarire ai giudici la sua posizione: «Sono assolutamente tranquilla»
A Vicari i pm contestano di aver sostenuto un emendamento alla Legge di Stabilità che, abbassando dal 10 al 4% l'Iva sui trasporti marittimi, di fatto ha consentito a Morace di risparmiare molti soldi. E è costato alle casse dello Stato un ammanco di 7 milioni. In cambio, secondo gli inquirenti, l'armatore le avrebbe regalato un Rolex da 5mila euro. Stesso dono sarebbe stato fatto ad un suo collaboratore, Marcello Di Caterina. A portare l'orologio alla senatrice sarebbe stato il fratellastro, Manfredi, dipendente dell'armatore. In un intreccio di legami fatto di assunzioni di amici e parenti che ricorre in tutta l'indagine.
Anche l'aspirante sindaco Girolamo o Fazio, che il gip definisce asservito al proprietario della compagnia di navigazione, avrebbe piazzato un familiare nell'impresa dell'armatore, che l'avrebbe ricompensato anche con finanziamenti della campagna elettorale per 10mila euro e biglietti di viaggio e di ingresso allo stadio: il padre di Morace, Vittorio, è il patron del Trapani calcio.
L'armatore sarebbe riuscito a condizionare la politica regionale in materia di trasporti marittimi. Prima della scadenza del servizio con le isole Egadi, fissata per il 3 settembre scorso, avrebbe ottenuto una proroga costata alla Regione tre milioni. Ed è attorno a questa circostanza che ruota l'inchiesta su Crocetta. Morace, scrivono i carabinieri nell'informativa confluita nella misura cautelare, avrebbe dichiarato di aver ospitato il governatore sulla sua barca e di avergli pagato una vacanza a Filicudi. «Non sono mai salito in barca con lui nè con altri. Apprendo queste notizie dai giornalisti, non so altro dell'inchiesta», replica Crocetta.
Il potere dell'armatore sarebbe stato tale da riuscire a far gonfiare, grazie a Fazio e funzionari regionali compiacenti, le stime delle compensazioni dovute dalla Regione per la copertura di tratte che di fatto per le compagnie sono poco remunerative.
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