«Meriem morta lapidata dagli jihadisti per adulterio»

Domenica 23 Luglio 2017
«Spero ancora che questo sia un brutto sogno, dal quale ci risvegliamo tutti, riabbracciando nostra figlia». Si presenta così, sulla porta di casa, Redouane Rehaily, padre di Meriem, la giovane scappata dalla casa di Arzergrande, non lontano da Piove di Sacco, a 19 anni nel luglio del 2015 forse per andare a combattere in Siria tra le fila dei jihadisti dell'Isis.
L'inviato de Il Giornale nella città siriana di Raqqa liberata dai curdi, racconta di una sposa italiana lapidata a morte per adulterio che potrebbe essere proprio Meriem. Secondo il racconto l'italiana usciva da una casa, dove erano raccolte le donne straniere di notte, per fare sesso con un ragazzo.
«Sono molto addolorato di queste nuove notizie dei media, secondo le quali mia figlia sarebbe stata lapidata per adulterio nei confronti del presunto marito» afferma Redouane asciugandosi una lacrima e rivela che «la cosa strana è che eravamo vicini al suo ritorno, dalle telefonate di ormai qualche mese fa, avevo la certezza che mia figlia stesse facendo di tutto per rientrare; gli inquirenti d'altra parte non mi hanno detto nulla di nuovo in queste ultime settimane». Il padre di Meriem è infatti convinto che la figlia sia partita perchè plagiata dalle idee jiahdiste alle quali si era avvicinata tramite Internet e tiene a precisare che «io continuo a lavorare per crescere anche gli altri figli, ho ristrutturato la casa in questi mesi, mentre mia moglie sta vivendo un momento molto difficile dopo la partenza improvvisa di Meriem». «Non perdo la speranza che mia figlia, che ora ha 21 anni, possa tornare a casa, sono certo che se è ancora viva, ha capito di aver fatto una scelta sbagliata, anche se credo che non sia facile rientrare, purtroppo è da diversi mesi ormai che non riusciamo a parlarci. Dall'inizio della vicenda di Meriem l'amministrazione comunale di Arzergrande è sempre stata vicina alla famiglia, anche se nel frattempo la guida del paese è cambiata. «Sono costantemente in contatto col padre di Meriem», racconta Filippo Lazzarin, dal 2016 primo cittadino della Lega Nord. «Non ho difficoltà a disapprovare la scelta della ragazza di andarsene di casa per unirsi ai combattenti dell' Isis», spiega Lazzarin, «resta sempre e comunque una nostra cittadina della cui sorte non si hanno certezze e il condizionale con il quale gli inquirenti si esprimono, conferma la difficoltà di arrivare a dati certi e provati».
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