Malaria, da un prelievo i sospetti su Bibione

Venerdì 8 Settembre 2017
Malaria, da un prelievo i sospetti su Bibione
Tutto ruota attorno a quel prelievo del 17 agosto. Il primo effettuato a Trento, subito dopo il trasferimento dall'ospedale di Portogruaro. Se da quel campione dovesse risultare che in quel momento nel corpo di Sofia la malattia era già in incubazione, la conclusione a questo punto sarebbe ovvia: la piccola trentina morta di malaria, avrebbe contratto il virus in territorio veneziano, o a Bibione, dove la bimba aveva trascorso le vacanze insieme ai genitori, o all'ospedale di Portogruaro, dove era stata ricoverata e dove le era stata diagnosticata una forma di diabete infantile. A spiegarlo, ieri, in conferenza stampa a Trento, il direttore generale dell'Apss del Trentino, Paolo Bordon, il direttore sanitario, Claudio Dario, e la primaria di pediatria, Nunzia Di Palma. «Potrebbe essere utile un esame sui campioni di sangue precedenti al momento in cui la malaria è stata individuata. Era stata rilevata solo una lieve carenza di globuli bianchi - hanno spiegato - che era compatibile con la diagnosi di diabete. Un'analisi genetica potrebbe dire se già allora fosse presente la malaria.
Caso in cui sarebbe necessario pensare a un'incubazione già in atto da quando era in vacanza a Bibione. Altrimenti sarà da continuare la ricerca di un vettore a Trento». L'autopsia sulla bambina, per ora, ha confermato solo la causa del decesso: malaria. Serviranno almeno 60 giorni per le analisi genetiche per risalire al ceppo specifico della malattia. Intanto, la procura ha disposto il nulla osta per la sepoltura.
Le indagini però proseguono. Gli ispettori del ministero ieri si sono presentati insieme ai Nas ai due ospedali di Trento e Portogruaro per acquisire cartelle cliniche e campioni biologici che, ora, sono sotto sequestro. Ci vorranno giorni, chiaramente, per avere gli esiti delle analisi, forse settimane. L'ispezione è durata un paio d'ore, in entrambe le strutture ospedaliere. Gli esperti hanno visitato il reparto di pediatria e il laboratorio di microbiologia. «In microbiologia ci sono ancora i campioni di sangue della bambina e degli altri pazienti ricoverati nell'ospedale con diagnosi di malaria», ha spiegato Bordon. Nei prossimi giorni i campioni saranno esaminati dall'Istituto superiore di sanità. L'eventualità di un contagio veneto, dopo la netta esclusione delle prime ore da parte del ministro Beatrice Lorenzin, è tornata in voga ieri, rilanciata dal direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Raniero Guerra. Tra Portogruaro e Bibione massima collaborazione e massima serenità: l'ipotesi più solida continua a rimanere quella iniziale. La famiglia del Burkina Faso, di cui quattro componenti erano all'ospedale di Trento con malaria nel periodo di ricovero di Sofia, è stata intanto sentita dal Nas per l'indagine della Procura di Trento. «Serve - ha spiegato il procuratore capo Marco Gallina - per contribuire a ricostruire le tappe della vicenda, a mettere in ordine la storia della bambina morta. Vorrei capire se si può accertare dove gli altri avessero messo i bagagli al ritorno dall'Africa e se ne avessero in ospedale». Storicamente, ha ricordato il procuratore, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, sarebbe il primo caso di malaria in assoluto a Portogruaro. «Non risultano casi recenti di pazienti ricoverati per malaria - continua Gallina - Ce l'hanno anticipato informalmente dall'ospedale, ora chiederemo informazioni specifiche». Quanto invece alla possibilità di un contagio nel periodo di soggiorno in campeggio a Bibione, secondo il procuratore non ci sarebbe modo «di effettuare accertamenti perché è noto come le spiagge vedano un via vai di turisti che possono avere viaggiato anche in Paesi dove sia presente la malaria».
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