Le guide: «Sì al Daspo» D'Este: «Soluzioni certe prima che arrivi l'estate»

Giovedì 23 Marzo 2017
Le guide: «Sì al Daspo» D'Este: «Soluzioni certe prima che arrivi l'estate»
(g.prad) Il daspo per chi si tuffa in Canal Grande viene accolto a braccia aperte dalle guide turistiche che ogni estate ne vedono di tutti i colori tra ponti e calli lagunari.
«Ben venga l'allontanamento da Venezia per i casi più gravi - afferma Guido Lion, vice presidente dell'associazione nazionale Guide Turistiche - cioè quegli episodi di malcostume che mettono a repentaglio la sicurezza propria e del prossimo. Da due anni ormai - prosegue il vicepresidente - con il nostro lavoro a Venezia ne vediamo davvero tante: bagni in canale, docce nelle fontane pubbliche, bisognini fisiologici nei cestini dell'immondizia, graffiti sui muri, deturpamenti e imbrattamenti ai monumenti».
«Se il daspo può essere efficace come deterrente - prosegue Lion - sono convinto che altrettanto bene possa funzionare la certezza della sanzione per chi trasgredisce».
Naturalmente vi sono casi più o meno gravi: da una parte c'è il malcostume dilagante di ogni estate in centro storico, dall'altra vi sono situazioni che non minano solo al decoro ma anche alla sicurezza, come appunto i tuffi dal ponte di Rialto.
L'amministrazione è al lavoro e attende il via libera del pacchetto sicurezza da parte del governo. «Auspichiamo di veder approvare il decreto prima dell'arrivo dell'estate - afferma l'assessore comunale alla Sicurezza Giorgio D'Este - per avere già delle armi e soluzioni con cui poter intervenire in termini di sicurezza urbana. L'ipotesi del daspo, cioè l'allontanamento da Venezia è alla valutazione progettuale, stiamo cercando di rendere più efficace possibile l'intervento degli operatori di Polizia».
«Siamo di fronte a situazioni imbarazzanti - prosegue D'Este - che oltre a manifestare maleducazione rappresentano un pericolo per questi soggetti e per chi passa sotto il ponte in quel momento, quindi per la navigazione».
A detta dell'assessore, il daspo potrebbe rappresentare anche un deterrente psicologico.
«Da una parte vi è indubbiamente una fragilità psicologica da parte di chi si lancia da un ponte - prosegue D'Este - ma c'è anche una tendenza folle nel seguire quella che ormai sembra essere diventata una moda pericolosa. Stiamo lavorando per pianificare una serie di interventi in tutto il territorio per prepararci al peggio, e cioè agli episodi di malcostume che si ripresenteranno la prossima estate».
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