La scure dell'Ordine sul medico anti vaccini

Domenica 5 Marzo 2017
La scure dell'Ordine sul medico anti vaccini
Radiazione dall'Ordine dei medici per Roberto Gava, il dottore 59enne, cardiologo dell'Usl 2 della Marca in servizio nel poliambulatorio dell'ospedale di Castelfranco con uno studio anche a Padova, che non ha mai nascosto le sue posizioni critiche sui vaccini. È questa la sanzione che sarebbe stata proposta al consiglio dell'Ordine di Treviso dalla commissione che negli ultimi mesi, nell'ambito del procedimento disciplinare aperto a carico del medico, ha passato in rassegna l'attività di Gava, raccogliendo materiale tra le sue dichiarazioni, scritti, libri e video di convegni, per capire se sia mai arrivato a consigliare ai genitori di non vaccinare i loro bambini.
Il procedimento in questione è coperto da segreto istruttorio. È un caso delicatissimo. Praticamente senza precedenti in Italia in tema di vaccini. «Non c'è assolutamente nulla da dire mette in chiaro Luigino Guarini, presidente dell'Ordine e chi lo fa se ne assume le proprie responsabilità». C'è anche il timore di inficiare l'intero procedimento disciplinare. L'Ordine deve ancora valutare la proposta di radiazione. Ad oggi, meglio essere chiari, non ha ancora timbrato alcun provvedimento. Ma la notizia della richiesta di depennare Gava dall'elenco dei medici è nota nel mondo dei camici bianchi della Marca. Ed è di quelle che fanno un gran rumore. Non fosse altro perché è la più pesante possibile.
Vero che proprio l'Ordine dei medici di Treviso quasi un anno fa era stato il primo in tutta la Penisola a sfornare un documento che dichiarava guerra ai dottori anti-vaccini con posizioni in contrasto con l'opinione scientifica prevalente che come impone la deontologia dovrebbe essere il faro per tutti i camici bianchi. Prima della radiazione, però, ci sono sanzioni come l'avvertimento, la censura e la sospensione temporanea. Invece con Gava, a quanto pare, si è usata direttamente la mano pesante. «Sostanzialmente si punta al massimo è quanto trapela sotto stretto anonimato anche se alla fine non è scontato ottenerlo».
La prossima udienza sul caso è stata fissata per il 15 marzo nella sede dell'Ordine, a due passi dal Ca' Foncello. «Al momento non abbiamo alcun commento da fare taglia corto Silvio Riondato, legale di Gava ci difenderemo nel procedimento e in tutte le sedi giudiziarie opportune». La difesa non entra nei dettagli tecnici. Da quanto si apprende, avrebbe tutelato il dottore anche facendo riferimento all'indagine conoscitiva sui vaccini portata avanti dall'Antitrust che ha rilevato diverse criticità sul piano della concorrenza evidenziando come il mercato sia dominato da un oligopolio di quattro imprese multinazionali. Per il resto le bocche restano più che cucite. La decisione finale dell'Ordine di Treviso è attesa nel giro di un paio di mesi o poco più. Ma comunque non sarà che il primo grado. Gava potrà infatti presentare ricorso alla commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie del ministero (Cceps). E, in ultima istanza, alla Corte di Cassazione. I tempi non sono brevi. Basti pensare che la Cceps è rimasta due anni senza riunirsi. È stata ricostituita solo pochi giorni fa e adesso si ritrova con una montagna di lavoro arretrato: sono oltre 1.200 procedimenti in attesa. Probabilmente servirà qualche anno per smaltirli tutti. Nel frattempo ogni decisione resterà congelata. Le sanzioni, compresa l'eventuale radiazione, diventano esecutive esclusivamente dopo l'ultimo grado di giudizio. Solo in quel momento si conoscerà il destino professionale di Roberto Gava.

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