La guerra con la stampa: 007 arruolati per il Russia-gate

Domenica 26 Febbraio 2017
WASHINGTON - Non c'è tregua nella guerra fra Trump e la stampa. Una guerra senza esclusione di colpi, compreso il tentativo della Casa Bianca di fare pressione sui media arruolando 007 e parlamentari per ridimensionare con una serie di telefonate i presunti contatti tra lo staff del presidente e l'intelligence russa durante la campagna elettorale, oggetto di inchiesta da parte dell'Fbi, nonché del Congresso. Telefonate orchestrate dopo il fallito tentativo di convincere l'Fbi a parlare con la stampa e a contestare articoli «non accurati», come avrebbe ammesso la stessa Fbi con l'amministrazione rifiutandosi però di uscire allo scoperto. «Non so che altro avremmo potuto fare», ha detto il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer. Ma la decisione di coinvolgere dirigenti dell'intelligence, secondo il Washington Post, potrebbe essere percepita come una minaccia all'indipendenza delle agenzie di spionaggio e compromettere anche la credibilità dell'inchiesta in corso da parte del Congresso. Intanto dopo la bufera per l'esclusione da un briefing ristretto della Casa Bianca del New York Times, della Cnn e di altre testate scomode per l'attuale amministrazione, Trump ha rincarato la dose su Twitter contro i media fake news che «consapevolmente non dicono la verità», ammonendo sul «grande pericolo per il nostro Paese» e deridendo Nyt e Cnn come una «barzelletta». Un esempio? «I media non hanno scritto che il debito nazionale nel mio primo mese è sceso di 12 miliardi di dollari contro un aumento di 200 miliardi nel primo mese di Obama», ha cinguettato ancora, senza però fornire alcuna prova.

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