La fangaia killer in un video: né steccati né cartelli di pericolo

Giovedì 14 Settembre 2017
Turisti arrivati dall'Austria che si tuffano nella piscina del camping mentre altri giunti da Grenoble prendono il sole sulle sdraio nell'area camping della Solfatara, a poche centinaia di metri dal cratere trasformatosi due giorni fa nella tomba mefitica in cui sono morti Massimiliano Carrer, la moglie Tiziana e il loro figlio di 11 anni, Lorenzo. Il giorno dopo la tragedia, Pozzuoli chiude per lutto cittadino mentre l'area camping sulla collina di San Gennaro alla Solfatara resta aperta ai suoi 75 ospiti: turisti arrivati soprattutto dall'estero, mentre l'intera area privata del vulcano è rimasta interdetta a tutti per consentire i rilievi disposti dalla procura di Napoli che indaga sull'episodio. «La Solfatara è chiusa, l'area dell'intero percorso vulcanico è sequestrata», hanno ripetuto per l'intera giornata i custodi della struttura gestita dalla famiglia Angarano. Cancelli che si aprivano solo per gli ospiti del resort. Fuori è rimasta una comitiva composta da una cinquantina di persone arrivate da Monaco di Baviera.
I turisti, arrivati apposta dalla Germania per vedere da vicino l'affascinante camminata fatta di fumarole, sbuffi sulfurei e terra ardente sono andati via delusi. Nessuno ha spiegato loro il motivo della chiusura. Nessun cartello né avviso. «Abbiamo visto la polizia, ma non sappiamo cosa sia successo spiega Karen, austriaca di Kitzbühel, mentre esce dalla Solfatara in sella alla bicicletta da trekking in compagnia del marito Karl Abbiamo visto, però, che non si può accedere all'interno del cratere e abbiamo deciso di uscire dal camping e visitare Pozzuoli». E mentre Karl e Karen imboccavano in bici via San Gennaro per recarsi verso la zona del porto, passava una pattuglia del locale commissariato di polizia diretta all'ingresso dell'hotel Gli Dei che domina l'intera collina e dove ieri ha alloggiato Alessio, il bimbo di 7 anni unico superstite della tragedia familiare dei Carrer, insieme alla nonna e agli zii arrivati da Venezia appena appresa la terribile notizia.
Lungo quel pendio c'erano anche tantissimi curiosi che hanno fotografato, da lontano, quella macchia nera nel paesaggio abbacinante e lunare all'interno della quale sono stati inghiottiti Lorenzo e i suoi genitori, nel disperato tentativo di uscirne vivi. Qualcuno s'è fatto anche un selfie. «Vengo da Grenoble e ho sentito al telegiornale la notizia dice un'altra turista Ho trovato la Solfatara chiusa e sono venuta a vedere da qui il panorama dall'alto».
Molti i punti da chiarire nell'inchiesta. In un video, realizzato lo scorso sabato mattina da un visitatore e postato su youtube dal blogger Danilo Pontillo, si vede una buca: due avvallamenti nei pressi della Fangaia senza alcuna recinzione né indicazione di pericolo. Sarà, ora, la magistratura ad accertare se siano stati rispettati tutti i parametri di sicurezza e se c'era o meno il piano di sicurezza chiesto dal Comune di Pozzuoli. Mentre una delle guide turistiche accreditate dalla Regione ammette: «All'interno del cratere ci sono molti cartelli che segnalano i pericoli, ma è anche vero che non c'è alcuna delimitazione tra l'area camping e il vulcano e non ci sono vigilantes lungo il percorso dice la guida Raffaella De Cicco Accompagno moltissime scolaresche e so che i bambini sono attratti dagli sbuffi delle fumarole ma io sono sempre attentissima ad evitare che si avvicinino troppo a quei fumi gassosi, che contengono arsenico».
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