La Cina tenta l'assalto a Jeep Marchionne alza la muraglia

Martedì 22 Agosto 2017
Fiat Chrysler resta sotto i riflettori e il titolo continua a salire. Dopo le smentite di Geely, Dongfeng e Gac di eventuali interessi ad acquisire Fca, si è fatta sentire Great Wall Motors andando nella direzione opposta e tanto a bastato per far schizzare in alto il titolo del gruppo italo-americano con sede in Olanda che ha stabilito il nuovo record dopo lo spin off Ferrari. Ieri tutte le borse europee sono state in sofferenza e Piazza Affari è riuscita a contenere le perdite (-0,3%) proprio grazie alle performance delle azioni Fca che hanno invece guadagnato il 6,9% chiudendo le contrattazioni a 11,44 euro, un valore sempre più vicino a quando aveva ancora il Cavallino nella pancia. La spinta al rialzo ha coinvolto anche le altre aziende della famiglia Agnelli con la Exor +0,6% e Ferrari +0,4%. Significativa anche la mole degli scambi: sono passati di mano quasi 42 milioni di azioni Fca, il triplo della media degli ultimi 30 giorni. La situazione resta fluida e anche poco chiara. Tutto è partito ancora una volta da Automotive News che per primo ha confermato l'interesse di Great Wall per Fca cosa che aveva anticipato i giorni scorsi ipotizzando addirittura un'offerta di acquisto. Il media Usa ha annunciato di aver ricevuto una mail da Wang Fengying, il presidente del gruppo automobilistico cinese, che evidenziava l'interesse di acquisire Jeep e non tutta Fca e di essere pronto ad aprire la trattativa con l'azienda controllata da Exor. Un modo quanto meno originale di aprire un dialogo su un tema tanto importante. A spiegare le intenzioni del numero uno è intervenuto il portavoce Xu Hui: «Siamo molto interessati al marchio Jeep e lo guardiamo con attenzione da tempo. Il nostro obiettivo è diventare il più grande produttore di Suv del mondo e con Jeep potremmo raggiungere il risultato prima e meglio».
A questo punto, a differenza dei giorni scorsi, Fca non si è limitata ad un no coment ed ha preso posizione: «Non siamo stati approcciati da Great Wall Motors riguardo al brand Jeep o ad altre questioni relative al suo business». Un risposta soft in cui si afferma che non c'è stato nulla di concreto, ma non si esclude che il prestigioso brand Usa possa essere oggetto di trattative. D'altra parte Sergio Marchionne è stato il più convinto sostenitore della teoria del consolidamento e non rifiuterebbe un'offerta prima di aver valutato i dettagli e le possibili evoluzioni. Ad aumentare la confusione ha contribuito l'intervento di un portavoce di GWM al Finacial Times: «Abbiamo sempre avuto l'interesse e l'intenzione di acquistare Fca». Persone della stessa azienda che parlano contemporaneamente esprimendo pareri differenti non è un buon modo per gestire un dossier tanto delicato. Sia come sia, da tanto fumo appare difficile possa uscire un buon arrosto ed i motivi sono diversi. Il principale resta l'America First del presidente Trump: il numero uno della Casa Bianca, anche se per Exor fosse un buon affare, difficilmente farà passare sotto il controllo cinese un brand orgoglio del made in Usa che vola verso i due milioni di veicoli prodotti l'anno. Anche l'ipotesi dello scorporo non è affatto facile. Certo, come avvenuto con Ferrari, potrebbe generare valore, ma poi sarebbe ancora più difficile gestire quel che resta senza il supporto di Jeep. Anche le dimensioni delle due aziende sono molto diverse: Fca vende 5 volte tanto GWM e la differenza di fatturato è ancora più consistente visto che i principali mercati di Fiat Chrysler sono il Nord America e l'Europa dove i prezzi dei veicoli sono più elevati.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci