L'appello di Mattarella: «Serve un ampio consenso sulla nuova legge elettorale»

Mercoledì 21 Dicembre 2016
L'appello di Mattarella: «Serve un ampio consenso sulla nuova legge elettorale»
ROMA - Una rigorosa riaffermazione di alcuni paletti politico-istituzionali non disgiunta da un vigoroso appello al rasserenamento del clima tra i partiti e da dura denuncia contro il clima d'inimicizia se non di odio diffuso tra i partiti, i mass media e i social. Questi, in sintesi, i punti salienti dell'intervento pronunciato da Sergio Mattarella al Quirinale per il tradizionale scambio di auguri natalizi con le alte cariche dello Stato.
Il Presidente ripercorre a grandi linee le ultime vicende dopo la vittoria del No al referendum, rinnova il suo elogio per l'alta affluenza alle urne, con una Costituzione inalterata che tutti devono rispettare e sottolinea come ci si trovi nella fase conclusiva della legislatura con un orizzonte di elezioni. «Per la verifica - spiega - dell'allineamento del Parlamento rispetto agli orientamenti del corpo elettorale nel momento in cui l'andamento della vita parlamentare ne determinerà le condizioni».
E a questo punto Mattarella ribadisce il proprio pensiero. Per consentire nuove elezioni «con esiti chiari» - è necessario dotare il nostro Paese di leggi elettorali che siano «omogenee» e «non inconciliabili fra di esse». «Leggi - soggiunge Mattarella - pienamente operative affinché non vi siano margini di incertezza nelle regole». Il che significa che non basta attendere il verdetto della Consulta sull'Italicum con gli eventuali correttivi. Deve agire il Parlamento. E Mattarella auspica che sulle regole elettorali «si registri in Parlamento un consenso più ampio di quello della maggioranza di governo». Di qui, tra l'altro, l'esigenza di un governo «nella pienezza di funzioni» che cercherà di facilitare l'iter della legge elettorale.
Ma Mattarella si sofferma - non a caso - su una serie di impegni interni e internazionali che deve affrontare Gentiloni: dalla ricostruzione post-terremoto alla condizione economica del Paese (non escluso «il ruolo dei nostri operatori nei mercati», riferimento al «caso Mediaset») ai migranti per non parlare della presenza dell'Italia nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, della ricorrenza dei 60 anni dei trattati di Roma e della presidenza del G-7 a Taormina. «Impegni europei e internazionali in cui sono in gioco il ruolo e il prestigio dell'Italia, il governo deve farsene carico», sottolinea Mattarella. Il che lascia intendere che almeno fino a giugno l'auspicio del Colle è che l'attuale esecutivo resti in sella. Ma Mattarella non pone limiti temporali.

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