IL SISMA di Ischia

Mercoledì 23 Agosto 2017
La campana della piccola chiesa bianca del Purgatorio sembra voler venire giù da un momento all'altro. A mezzogiorno risuonava i suoi dodici rintocchi che arrivavano fin verso il mare: ieri, per la prima volta, è rimasta muta. In bilico sul campanile reso obliquo da crepe minacciose che mettono i brividi. Nel cuore della Casamicciola antica regna un silenzio spettrale.
Qui lunedì sera sono bastati un boato e sei secondi di terremoto a distruggere tutto. Il mostro è tornato a galla dalle viscere della terra all'ora di cena: e chi c'è riuscito, ha lasciato di corsa la propria casa, con le luci ancora accese. Il giorno dopo l'immagine è, semmai, ancora più lugubre, perché è con il sole che le piaghe apparentemente dimenticate di un incubo antico tornano a farsi visibili.
E allora ti accorgi che ci sono in realtà due Casamicciola: quella alta del centro storico semipolverizzato dal sisma, e quella di sotto, turistica e pulsante, quasi per nulla toccata dal disastro ma che egualmente vive gli spasmi della paura, brulicante di una folla che sa di esodo biblico, con code di auto cariche di turisti che non vedono l'ora di fuggire via dall'isola per la paura di nuove scosse.
Un paradosso che con il passare delle ore si fa sempre più forte, palpabile. A monte restano solo silenzio e desolazione, a valle la frenesia incontenibile delle orde di vacanzieri che già dall'alba fanno la fila per guadagnare un biglietto su traghetti e aliscafi in partenza per Napoli.
Il tragitto tra la città di sopra e quella di sotto è la cartina di tornasole della paura. Tra le aiuole, lungo gli spiazzi e all'esterno degli alberghi restano le tracce di una notte di terrore: con lenzuola, coperte, bottiglie di acqua minerale che testimoniano i bivacchi all'aperto. Il nastro d'asfalto che da Lacco Ameno si snoda verso gli imbarchi è un interminabile serpentone di auto ferme sotto il sole. Gente che scappa dalle vacanze finite in anticipo. Come quelle di Clement e di Angelie, sposini in viaggio di nozze: al primo giorno di luna di miele in un bed and breakfast di Casamicciola hanno preferito rinunciare: «Partiamo - dicono - Andiamo via, Napoli, poi forse Sorrento o Capri. La nostra stanza è rimasta lesionata. Forse riusciremo a farci rimborsare, ma adesso questo è l'ultimo pensiero». Ma sono i napoletani - prima ricchezza e risorsa turistica dell'Isola Verde - i veri protagonisti di questa fuga improvvisa. Al porto d'Ischia, come in quello di Casamicciola, sin dalla tarda serata di lunedì e per tutta la giornata di ieri sono dovute scendere in campo le forze dell'ordine per evitare incidenti alle biglietterie e sui moli presi d'assalto. Oltre 11mila le partenze.
Più in alto, tra le stradine e i viottoli di campagna sfregiati da cumuli di detriti, dagli intonaci caduti e le facciate di case che sembrano sfregiate da colpi rasoio, si consuma il miracolo del salvataggio dell'ultimo dei tre bimbi estratti vivi dalle macerie. Sul posto arriva anche il vescovo di Ischia, Pietro Lagnese: casco azzurro in testa, il presule saluta e benedice, poi si ferma a parlare con chi ha perso tutto. Perché c'è chi non ha più la casa, e quello degli sfollati diventa adesso il primo dei drammi. La stima della Protezione Civile parla di 2600 senzatetto, ma 200 hanno chiesto assistenza. Un'emergenza nell'emergenza tutta da fronteggiare, e subito. Si è dal primo momento deciso di non optare per le tendopoli: «Ma noi - dice un gruppo di uomini fermi in piazza Maio - comunque non avremmo mai accettato di andare sotto le tende: lì sai quando ci entri e non sai quando ne riuscirai ad uscire». Federalberghi Ischia ha già offerto per gli sfollati tutte le camere di alberghi e pensione a disposizione.
I soccorsi sono arrivati in massa. Sono 650 gli uomini della Protezione civile e 120 i mezzi utilizzati. Dal piazzale antistante il porto di Casamicciola atterrano e decollano gli elicotteri militari e le eliambulanze. Il bilancio delle persone assistite all'ospedale Rizzoli è di 39 feriti, di cui 10 lievi già in corso di dimissione. Resta in «prognosi riservata» (ma in condizioni stabili) un 44enne, trasportato nella notte all'ospedale Cardarelli di Napoli in seguito alle ferite riportate a causa del terremoto. Da una sofferenza all'altra. Gli operatori turistici già intravedono la crisi. Per molti - a cominciare da tanti albergatori, ristoratori e gestori di lidi - l'estate è già finita. Nella sola giornata di ieri sono arrivate centinaia di disdette: e le partenze per Casamicciola hanno fatto registrare una flessione del 60 per cento.
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