«Il patto per Venezia? Reggerà in ogni caso»

Sabato 26 Novembre 2016
«Il patto per Venezia? Reggerà in ogni caso»
Il patto per Venezia reggerà, comunque vada il referendum. E indipendentemente da Renzi. Ne sono convinti i sostenitori del sì radunati al Corso di Mestre, pur con qualche distinguo. In attesa dell'arrivo del premier si scopre che non dilaga la fiducia sull'esito positivo del voto del 4 dicembre. Saranno i sondaggi o sarà un fronte del no così ampio e agguerrito, ma alla domanda su cosa rischi Venezia nel caso di una bocciatura della riforma, nessuno si fa cogliere impreparato o sembra non aver contemplato l'ipotesi. «Nessun legame tra le due cose - taglia corto la segretaria comunale Maria Teresa Menotto -. Il patto lo firma prima e non sarà condizionato dal referendum, sul quale è comunque ancora troppo presto per fare delle previsioni». Della stessa idea il sottosegretario Enrico Zanetti: «Venezia con il no perderebbe semplicemente la possibilità di avere un parlamento più snello e un Paese più veloce. Ma il patto è su un altro piano». Si dice che a cambiare le sorti della città sarà la firma di stamattina. E che l'accordo sarà blindato tra le istituzioni, non tra Renzi e Brugnaro. «Il patto ha una sua storia, - aggiunge Andrea Ferrazzi, consigliere comunale -. Nasce da una mozione presentata dal centrosinistra in consiglio nel luglio 2015, votata all'unanimità. Poi, certo, bisognerà vedere come si incardina il finanziamento in questo patto, se è a disposizione o sarà legato alla legge di stabilità. Quindi certo, se Renzi c'è, è una garanzia». Ed è questo il tema. Se Renzi resta. In sala qualcuno gli chiede se in caso di sconfitta si dimetterà, ed è l'unica domanda a cui il Premier non risponde. È politica. «Con il no - aggiunge Ferrazzi -, c'è la possibilità che si dimetta e io sinceramente credo che dovrebbe farlo. Non da segretario del partito, ovvio, ma dal governo». L'unico a pensare che Venezia si giochi tutto tra due settimane, con il voto, è Alessandro Coccolo, renziano della prima ora: «Se vincerà il no? Venezia perderà il suo patto, semplice. Si creerà una fase di instabilità istituzionale in cui gli accordi potranno essere messi in discussione. Non si deve votare in base a questo, ma è una realtà». E del patto parlano anche i lavori precari del Comune, radunati fuori dal teatro. Gli organizzatori concedono a una delegazione di due persone di entrare e consegnare a Renzi la lettera aperta in cui spiegano le difficoltà per le 119 persone che lavorano da anni senza garanzie. «Molto per il territorio - conclude la segretaria metropolitana Gigliola Scattolin - dipenderà anche da Brugnaro, che si spera faccia decollare la Città metropolitana e da Zaia che, che per propaganda sta bloccando lo sviluppo di questo territorio. Ma dal patto non si torna indietro, quella è una relazione istituzionale».
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