Il Papa: cittadinanza subito ai nati qui La politica si spacca

Martedì 22 Agosto 2017
Il Papa: cittadinanza subito ai nati qui La politica si spacca
Si vede ancora, sulle Ramblas, a Barcellona, il sangue dei massacrati dalla follia islamica. Risuona ancora la minaccia dell'Isis: «Ora tocca all'Italia». E il progetto, caro a Renzi, alla Boldrini e alla sinistra, di concedere la cittadinanza facile ai migranti che sbarcano in Italia, e addirittura di regalarla immediatamente ai minori non accompagnati e a tutti i nati in Italia (rendendo così impossibile una loro eventuale futura espulsione, in caso di radicalizzazione), non è mai stato più impopolare.
E forse è proprio per contrastare questo trend, per indicare che i principi cristiani non si fanno piegare neppure dalla paura di una strage in Italia, che Papa Francesco ha deciso di diffondere ieri il messaggio alla Giornata del Migrante e del Rifugiato che poteva tranquillamente attendere visto che la Giornata si celebra il 14 Gennaio.
Le parole del Papa sono un sostegno clamorosamente esplicito al disegno di legge sullo ius soli, cioè del diritto di chi nasce in Italia di avere per ciò stesso la cittadinanza italiana. E spaccano in due il Parlamento con la forza di una spada: da una parte i fautori della cittadinanza ai migranti, che applaudono, dall'altra il centrodestra che grida all'invasione di campo e invoca un Tevere più largo.
«Accogliere, proteggere, integrare migranti e rifugiati», è la parola del Papa. Non solo i profughi, quindi, ma anche i migranti economici, cioè in pratica chiunque arriva in Italia. Ma il Papa pensa soprattutto ai «minori non accompagnati» che «hanno diritto a una nazionalità», e ai figli di donne migranti nati in Italia, ai quali «deve essere riconosciuta la cittadinanza al momento della nascita».
Ma non basta lo ius soli. C'è anche lo ius culturae e perfino lo ius pensionis.
Il Papa chiede «diritto all'istruzione primaria e secondaria e a proseguire gli studi anche oltre» per i migranti minorenni, «diritto all'assistenza sanitaria e sociale senza limitazioni», «diritto all'accesso al sistema pensionistico». Infine la cittadinanza ai migranti deve essere, secondo il Papa, «slegata da requisiti economici e linguistici e da percorsi di regolarizzazione».Insomma: cittadinanza a tutti, integrati e non, capaci di sostenersi o no. Tutti gli sbarcati, che si vogliano integrare o no, equiparati di fatto ai cittadini italiani.
Apriti cielo: Matteo Salvini s'accende immediatamente e sbeffeggia il Papa: «Se vuole applicare queste regole nella Città del Vaticano, faccia pure. Ma da cattolico non penso che l'Italia sia tenuta ad accogliere e mantenere tutto il mondo. A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare», cita Salvini. Ma anche Antonio Tajani, Fi, presidente del Parlamento europeo, sia pure più educatamente, smentisce il Papa: «Lo ius solinon è una priorità: adesso ci sono problemi come il terrorismo, l'immigrazione clandestina e la disoccupazione giovanile». «La carità cristiana va bene - annota Sandra Savino, di Fi - ma mi pare che il Papa si concentri sui diritti dei migranti e sia disattento sui cristiani». L'ex radicale Daniele Capezzone è quasi salviniano: «Il Papa non può dettare al Parlamento le norme da votare».
Esulta invece la sinistra: «Il messaggio di Bergoglio sia recepito dal Parlamento» è l'invito di Stefano Fassina. Un po' in sordina l'esultanza del Pd. Renzi tace. Gentiloni tace. Delrio quasi: «Sapete come la penso». In sordina, che gli elettori non se n'accorgano troppo.
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