I sindaci: l'abusivismo non c'entra proprio niente

Giovedì 24 Agosto 2017
Sono una ventina le case crollate a Ischia, ma la lista di quelle inagibili è di migliaia. Con crepe più o meno profonde. Ecco i casi-simbolo del sisma che ha messo in ginocchio soltanto poche parti dell'isola verde.
LA CASA DI CIRO
Ciro, i fratellini Matthias e Pasqualino, papà Alessandro e mamma Alessia sono stati travolti da almeno sei metri di macerie. Perché quella dov'era in affitto la famiglia Toscano era forse una delle più alte di tutta via D'Aloisio, la strada che ha forse subito più danni in tutta Ischia dopo il sisma verificatosi nella serata di lunedì. Alessandro Toscano, che di mestiere ha fatto anche il muratore, ha spiegato che quell'abitazione non era soltanto spaziosa e con tutti comfort, ma era anche sicura. «È difficile ha detto trovarne una con i muri di 70 centimetri». Gli inquirenti e le forze dell'ordine che per prime sono intervenute sul posto per tirare fuori l'uomo e i suoi familiari non la pensano così. Uno di loro, per esempio, disse durante i primi e lunghissimi interventi di scavo che avevano trovato «mura che sembravano di cartongesso». Si notano al primo piano delle travi di legno che coprono pilastri in ferro. Più sopra si notano pezzi di cemento armato. Perché, pensano gli esperti, l'abitazione può essere stata costruita in più anni: il primo piano sarebbe stato realizzato a inizio secolo. Negli anni successivi, non prima della fine degli anni Sessanta vista la presenza di un rudimentale cemento armato, sarebbero stati innalzati dalla famiglia dei proprietari gli altri due piani. Il sindaco di Casamicciola, Vincenzo Castagna, in un teso scambio con la stampa ieri mattina, ha detto che non ci sono certezze che quella «struttura fosse abusiva. L'abusivismo non c'entra nulla in questa vicenda. Parliamo invece di antichi edifici, costruiti in epoche quando le precauzioni antisismiche non esistevano, realizzate spesso dopo il terremoto del 1883».
LA CASA DEL LAMPADARIO
È il manifesto di questo sisma che in cinque secondi ha distrutto uno degli insediamenti più antichi dell'isola, quello di Casamicciola. Quasi in maniera sardonica le onde telluriche hanno sbriciolato le pareti esterne di questa palazzina degli anni Trenta del secolo scorso aprendola avanti indietro, ma lasciando intatti il tavolo della sala da pranzo e il lampadario. Come se fosse pronta per ospitare i suoi proprietari dopo una giornata di lavoro. In pietra, avrebbe resistito agli ultimi terremoti, senza aver bisogno di grandi opere di consolidamento. La comunità scientifica, geologi in testa, è sempre stata concorde nel denunciare che questa parte dell'isola è la più vulnerabile e rischio idrogeologico di altre non soltanto per il livello di sismicità. Il proliferare di stabilimenti termali ha infatti reso il terreno più franoso, vista la quantità di acqua.
LA CASA BIANCA
Subito dopo piazza Maio, sulla via che porta verso la Borbonica, c'è questa casa a un solo piano, con un ampia tavernetta. Il terremoto, seguendo le onde telluriche che si sono emanate da una delle faglie aperte in quella parte di Casamicciola, ha frantumato e sbriciolato la facciata che fa angolo tra la strada e il cortiletto usato da parcheggio. Costruita in pietra, non si nota cemento armato e, secondo qualcuno, potrebbe essere stata costruita dopo la guerra.
LA CASA DELLA FORD
Chi vuole andare verso la Borbonica e Lacco Ameno o scendere al porto di Casamicciola da piazza Maio deve fare una pericolosa gincana davanti a quella che ormai tutti chiamano la casa della Ford. Le forze dell'ordine dicono che è uno dei casi di costruzioni con materiali scadenti denunciati. Nell'isola di Ischia ci sono 28mila domande di condono. Il sindaco di Lacco Ameno, uno dei comuni più colpiti, ha smentito a muso duro ai giornalisti che dietro i crolli ci siano casi di abusivismo: «Non c'entra niente, c'è una campagna denigratoria nei nostri confronti. Il problema vero è che ci sono migliaia di pratiche di condono inevase, che se espletate potrebbero portare a un maggiore controllo sulla stabilità degli edifici, che sono bloccate dai ritardi delle sovrintendenze, che non fa le linee guida». I comuni di Barano e Ischia, hanno risolto il problema facendosi loro il regolamento e assumendo, come a Barano, personale ad hoc.
IL TETTO SCHIACCIATO
Questa traversina di via D'Aloisio è stata bloccata da una casa che si è accartocciata sul suo tetto. A quanto si sa, vecchi proprietari l'avrebbero costruita su un rudere che in passato serviva come casa colonica. Non è rimasto nulla, soltanto macerie. Quella di edificare su un edificio esistente è una pratica molto diffusa a Ischia. In molti avrebbero approfittato di questo escamotage per aggirare le pratiche del condono, per ridurre la gravità dell'abuso, visto che l'ampliamento è un'addizione e non finisce per essere una nuova costruzione.
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