Gli occhi lucidi, consolati da madri e genitori giunti già in mattinata dall'Ungheria.

Domenica 22 Gennaio 2017
Gli occhi lucidi, consolati da madri e genitori giunti già in mattinata dall'Ungheria.
Gli occhi lucidi, consolati da madri e genitori giunti già in mattinata dall'Ungheria. Ieri pomeriggio, alle 16,30, erano ancora lì nelle sale della Polizia Stradale di Verona Sud per avere notizie dei loro compagni ed insegnanti. Una decina gli studenti usciti illesi dalla tragedia dell'autostrada che ieri sono stati sentiti, con l'ausilio di un'interprete, di un psicologo e anche di un frate ungherese, per cercare di ricostruire cosa sia avvenuto alle 23,40 su quella corriera.
La Procura della Repubblica di Verona ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo plurimo e, dalle 16,30 alle 19, c'è stato negli uffici del procuratore capo Mario Giulio Schinaia un vertice al quale hanno partecipato gli uomini della Polizia Stradale di Verona Sud, responsabile della rete autostradale, quelli della Polizia Scientifica di Verona e del nucleo speciale di Milano. Restano due le ipotesi per l'incidente costato la vita a 14 ragazzi, tra i 14 ed i 18 anni di età, e ai due autisti, morti carbonizzati tra le fiamme: il malore o colpo di sonno dell'autista al volante e il guasto tecnico. Un'ipotesi quest'ultima che si fa sempre più seria anche per la testimonianza di un camionista sloveno: «Ero dietro al bus con il mio Tir praticamente da Desenzano - ha raccontato l'autista - e ad un certo punto, superata Verona Sud, ho visto del fumo uscire dal motore e mi è anche parso che una delle ruote posteriori sinistre non girasse bene. Ho cercato di fermarli, ho fatto dei segnali con gli abbaglianti all'autista, ma dopo pochi chilometri ho visto il bus sbandare sulla destra, schiantarsi contro il pilone e prendere fuoco. Mi sono fermato in mezzo all'autostrada per evitare che altri vi andassero contro ed ho cercato di soccorrere quei ragazzi». Testimonianza da verificare anche perché il camionista parla di un mezzo scuro e non bianco come il pullman ungherese.
Una tragedia che rischia di avere un bilancio ancora più grave, perché all'ospedale di Borgo Trento di Verona vi sono altri 13 studenti in terapia intensiva in gravi condizioni, oltre ai 26 rimasti feriti.
Ieri sera in Procura si è cercato di ricostruire l'incidente con le tante testimonianze di camionisti e automobilisti, dei ragazzi e dei loro insegnanti, ma anche con l'ausilio delle telecamere della Società Autostradale. La prima cosa da capire è se, come ha detto il camionista sloveno, dal motore uscisse del fumo. E se quella ruota avesse dei problemi. L'urto contro il pilone dell'autostrada è stato tremendo e non vi sono segni di frenata. Tanto che ieri, dopo un sopralluogo tecnico con i Vigili del Fuoco, quel pilone è stato posto sotto sorveglianza, con la viabilità sul cavalcavia soprastante limitata alle auto e ai furgoni sotto i 35 quintali, e la carreggiata autostradale sulla destra chiusa al traffico per quasi un chilometro in quel punto.
«Stavano dormendo quasi tutti, e alcuni sono morti sul colpo, senza accorgersi di quanto stava avvenendo», ha detto il console generale d'Ungheria a Milano, Judit Timaffy, giunta in mattinata a Verona: «Ho incontrato alcuni dei sopravvissuti. Un ragazzo mi ha detto di aver sentito una sbandata del bus e poi subito l'urto tremendo contro il pilone e di essersi salvato perché catapultato fuori dal finestrino». Il Comune di San Martino Buon Albergo, nel cui territorio è avvenuta la tragedia, ha indetto un giorno di lutto cittadino.
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