«Gli italiani devono essere chiamati al voto al più presto con la legge

Martedì 6 Dicembre 2016
«Gli italiani devono essere chiamati al voto al più presto con la legge
«Gli italiani devono essere chiamati al voto al più presto con la legge che già c'è: l'Italicum». Il Movimento 5 stelle incassa la vittoria del No ed è pronto a utilizzare l'odiatissima legge combattuta in Parlamento per conquistare Palazzo Chigi. Lo dice chiaro e tondo a due ore di distanza dalla chiusura delle urne e mezz'ora dopo l'annuncio del dimissionario Matteo Renzi. Il primo a tracciare la strada maestra verso le elezioni è Beppe Grillo sul suo blog: «Evviva! Ha vinto la democrazia si legge Addio Renzi». Perché è stato riabilitato l'Italicum? Perché «questi partiti farebbero di peggio si legge sempre sul blog - e ci metterebbero anni legittimando l'insediamento di un governo tecnico alla Monti» e perché «i partiti faranno di tutto per tirarla per le lunghe e arrivare a settembre 2017 per prendere la pensione d'oro». E allora ecco che l'Italicum va benissimo, ma è valido solo per la Camera, perciò per il Senato il M5S propone di applicare dei correttivi per la governabilità a un'altra legge che c'è già: il Consultellum formulato dalla Corte Costituzionale e che prevede un sistema elettorale di tipo proporzionale, le cui soglie di sbarramento sono pari al 2% per cento per i partiti coalizzati e del 4% per cento per quelli non coalizzati. «Non si può bloccare il Parlamento discutendo una nuova legge elettorale. Si deve votare il prima possibile» ribadiscono i pentastellati. A parlare alle telecamere vengono selezionati scrupolosamente gli uomini immagine: al centro la capogruppo Giulia Grillo che mette in guardia: «Nessun altro dovrà più pensare di modificare la Costituzioane con superficialità e arroganza». Al suo fianco il duo Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Quest'ultimo lancia invece subito una proposta di modifica della Costituzione: «Via l'immunità e obbligo di dimissioni per chi cambia casacca». A Luigi Di Maio vengono affidate le conclusioni da leader in pectore: «Oggi ha perso l'arroganza al potere. Da domani parleremo del futuro governo a 5 stelle. Vogliamo coinvolgere anche i cittadini che hanno votato si, tutti si sentano partecipi. I nostri migliori auguri a Mattarella. Noi siamo pronti ad attuare tutti i passaggi che servono per arrivare responsabilmente a nuove elezioni». Ai lati, i comprimari Vito Crimi e Danilo Toninelli, autore del Toninellum, la legge elettorale proporzionale e ufficiale del M5S che ha subito due modifiche, l'ultima delle quali prevede anche un'eresia per il M5S: le alleanze tra partiti. Ma la marcia verso le elezioni è ancora lunghissima: come verrà scelto il candidato premier? La rete, si limitano a dire dal M5S dove sono evidenti i contrasti interni sulla leadership. Il problema numero uno ad oggi è: chi salirà al Colle per le consultazioni con Mattarella? C'è chi risponde sicuro: «Luigi Di Maio e i capigruppo». Ma c'è pure chi dice no, che deve scegliere la rete perché Di Maio non ha alcun mandato. Ecco perché si sta addirittura studiando una consultazione in rete apposta sui possibili ruoli governativi. Da un lato ci sono i duri e puri, gli ortodossi capeggiati da Roberto Fico che vorrebbero scegliere ogni dettaglio in rete per non far emergere personalismi, e poi dall'altro i pragmatici, a cui fa capo proprio Luigi Di Maio, che invece si muovono in solitaria e stanno conducendo incontri più o meno segreti per arrivare pronti al governo, qualora avessero un mandato popolare. Questioni che saranno discusse a brevissimo, dopo la festa per la vittoria.
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