Gentile e professionale aveva lavorato in Friuli

Giovedì 20 Aprile 2017
Negli ambulatori della Madonnina, una della sedi dell'Usl 2 trevigiana dove si effettuano le vaccinazioni ai bambini, era ormai nota per la mano leggera quando doveva fare la temuta iniezione. Quell'assistente di 40 anni, arrivata a Treviso dal Friuli solo a fine gennaio 2016 grazie a un concorso di mobilità, aveva dimostrato un'abilità fuori dal comune. E, dopo ogni vaccino, veniva ricambiata con grandi sorrisi dagli stessi mamma e papà ansiosi e, allo stesso tempo, sollevati nel constatare che il loro pargolo non solo aveva superato indenne un momento così delicato, ma non aveva nemmeno versato una sola lacrima. Ma tanta calma da parte del piccolo era giustificata da un semplice fatto: in realtà quell'assistente così gentile e professionale, dalla mano così leggera, non aveva effettuato nessuna iniezione. E nessuno si accorgeva mai di nulla.
«È una cosa che può capitare - spiega un investigatore del Nas che ha partecipato alle indagini - i genitori guardano il bambino sul lettino, magari lo distraggono o lo tengono fermo preoccupati che non soffra, ma non prestano attenzione alla fiala. Non si accorgono se viene svuotata o meno».
Le credenziali della quarantenne sono apparse fin dall'inizio di tutto rispetto: diploma universitario triennale in materie sanitarie ottenuto a Conegliano, tanta esperienza accumulata in vari ospedali del Friuli. A Treviso per almeno tre mesi avrebbe vaccinato, o meglio non vaccinato, forse 500 bambini. Ma c'è chi parla di un migliaio.
A capire che qualcosa non andava sono state le colleghe, che hanno voluto andare al di là dei buoni rapporti con quella 40enne gentile, ma riservata. La nota stonata era quel fatto che i bambini in mano sua non piangessero praticamente mai. Va bene l'abilità, ma qualcosa non quadrava. Da qui i primi sospetti. E infatti sono state le altre assistenti a trovare le fiale di siero intatte nel cestino accanto al lettino dove era solita lavorare.
La direzione dell'Usl 2 ha subito provveduto a segnalare la cosa in Procura, che poi ha affidato le indagini ai carabinieri del Nas, e trasferire la dipendente in un posto dove non potesse nuocere in attesa di sviluppi.
Inizialmente, appena scoppiato il caso, la sua nuova mansione è stata quella di stilare il calendario delle vaccinazioni, di fissare gli appuntamenti. Niente iniezioni quindi. Ma, da quel poco che filtra, pare che boicottasse anche queste semplici operazioni trovando ogni espediente per non prendere gli appuntamenti. E dopo l'archiviazione della prima segnalazione, l'Usl ha continuato le sue verifiche - sfociate in una nuova denuncia - spostando ancora questa assistente ormai diventata un problema. Le ultime notizie la danno adesso in forza allo Spisal, servizio incaricato di indagare sugli infortuni sul lavoro. E qui rimarrà in attesa del probabile provvedimento disciplinare.
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