Enrico Di Luca: la denuncia fatta dalla dottoressa Ester Pasqualoni nel 2014 era stata archiviata

Venerdì 23 Giugno 2017
Enrico Di Luca: la denuncia fatta dalla dottoressa Ester Pasqualoni nel 2014 era stata archiviata
TERAMO - Lo cercavano dall'altra sera e ieri mattina lo hanno trovato, morto suicida, strangolato da una fascetta di plastica in un appartamento di Martinsicuro. Si chiamava Enrico Di Luca, aveva 69 anni ed era l'uomo dal quale Ester Pasqualoni, la dottoressa 53enne uccisa nel parcheggio dell'ospedale di Sant'Omero (Teramo), si sentiva perseguitata, tanto da presentare un esposto alla Polizia, nel 2014, dicendo di temere per la propria incolumità.
Già poche ore dopo l'omicidio, in base a testimonianze raccolte, gli investigatori avevano ricostruito la vicenda, indirizzando le ricerche verso Di Luca, ex investigatore privato. I due si conoscevano dal 2005, ma da fine 2013 lui aveva cominciato a mandarle messaggi insistenti, la aspettava sotto casa e la seguiva. Come ha fatto ieri, conoscendo evidentemente le sue abitudini. L'ha aspettata nel parcheggio dell'ospedale, l'ha colpita con un'arma da taglio che non è stata ancora ritrovata e poi è fuggito a bordo della sua auto bianca, rintracciata nella notte dai carabinieri sotto al condominio di Martinsicuro dove lui, nel frattempo, si era tolto la vita. Il pm Davide Rosati, titolare del fascicolo, ha disposto l'autopsia sulle due salme.
Il sindaco di Roseto degli Abruzzi, dove Ester viveva, ha proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali la cui data non è stata ancora fissata. E questa sera alle 20.30 una veglia e un reading di poesie sono stati organizzati a Teramo dal centro di cultura delle donne Hannah Arendt' e dal Comitato Se Non Ora Quando?'. Le associazioni «si uniscono al dolore dei figli e della famiglia della dottoressa Ester Pasqualoni, uccisa dal suo stalker». Ogni donna accenderà una candela «in ricordo dell'amata dottoressa che ha vissuto in solitudine l'oppressione e l'invadenza di quell'uomo che da troppo tempo la inseguiva con i suoi pedinamenti, con i suoi messaggi».
«Per noi questa vicenda è sicuramente una grande sconfitta» ha detto ieri il capo della Polizia, Franco Gabrielli, parlando dell'omicidio a margine del convegno La vittima al centro, presso la Scuola Superiore di Polizia. «Le vittime devono essere i soggetti primari della nostra attività, soprattutto nei reati di genere» ha detto Gabrielli ricordando che «oggi ci sono strumenti come l'ammonimento, l'allontanamento, che prima non c'erano» anche se, come in questo caso, «non sono stati sufficienti. Purtroppo questi comportamenti hanno una gamma di modalità che può portare anche a situazioni tragiche, ma non possiamo incarcerare tutti gli stalker».
Duro il commento di Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa: «Negare che esista un problema nell'applicazione delle leggi in tema di violenza sulle donne (leggi che ci sono!) è negare l'evidenza. Ci chiediamo se i giudici che hanno predisposto l'archiviazione per le denunce fatte dall'oncologa oggi non provino disagio».

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