Emmanuel l'europeo oltre destra e sinistra

Lunedì 24 Aprile 2017
Non evoca mai la paura, in una Francia martoriata dal terrorismo islamico, e non fa che parlare di «libertà», «progresso», globalizzazione, Europa. La Francia di Emmanuel Macron, se il ballottaggio lo vincerà lui, sarà dunque anti-congiunturale, ossia diversa rispetto al vento che soffia e che odora di chiusura, di paura, di rinazionalizzazione delle coscienze, di rabbie sociali reali e fomentate. Questo giovane ex banchiere Rothschild, formato alla superscuola dei tecnocrati dell'Ena, ex consigliere, ex ministro di Hollande, leader senza partito, si è imposto capitalizzando il malessere del Paese, la crisi dei socialisti e le divisioni dei gollisti, e da oggetto politico non identificato si è trasformato nella grande speranza dell'Europa non populista. La sua Francia potrebbe somigliare a una pagina dei «Miserabili» di Victor Hugo. Quella con cui Macron ha chiuso l'ultimo discorso della campagna elettorale: «Tentare, osare, insistere, perseverare, essere fedeli a se stessi, affrontare il destino corpo a corpo, tener duro, tener testa. Ecco l'esempio di cui i popoli hanno bisogno, ecco la luce che li elettrizza».
La sua Francia europeista, internazionalista, tecnologica, finanziaria, oltre la destra, oltre la sinistra e oltre i pariti potrebbe diventare l'incarnazione del soft power e rappresentare una sfida all'ideologia del declino e della chiusura e dunque in piena crisi dei Lumi si riparte dall'illuminismo. Ma non sarà facile, visto che la guerra in corso non è solo una fantasia della Le Pen ma una realtà rispetto alla quale Macron «Il mio programma è difendere tutti i francesi» dovrà attrezzarsi con una durezza che finora non ha mostrato di avere. Ma «sarò implacabile contro il terrorismo e nella difesa della sicurezza dei cittadini», è la sua convinzione spesso ripetuta senza muso duro. La protezione intesa come muro, come no Schengen, come chiusura neo-nazionalista non è nelle corde della Francia che egli immagina. «Più Europa significa più sicurezza»: così recita il macronismo. Che contiene una rottura storica rilevantissima perché Macron ha osato superare una linea bloccata dal 1789 tra la destra e la sinistra. E ancora: stare fuori dai partiti e dal sistema politico consolidato, criticare la casta ma senza demagogie grilline, rottamare senza sbandierare sguaiatamente l'ideologia (evidentemente invecchiata anzitempo) della rottamazione, prendere da tutti e rivolgersi a tutti, insistere in maniera non trombonesca su libertà, fratellanza, uguaglianza, parlare alla classe media sbranata dalla crisi e bastonata dalla mondializzazione cercando di rincuorarla e dicendole che saprà riprendere il suo posto nella società. Se al secondo giro vincerà, a far vincere Macron, così come già accaduto al primo turno, sarà questo milieu innovativo che affonda però, rivisitandola, nella storia di un Paese come la Francia che è sempre stato all'avanguardia.
Macron vuole togliere l'Imu sulla casa all'80 per cento dei francesi e cerca di riunire la nazione dicendo che la colonizzazione fu un crimine contro l'umanità. E il consenso di molti dei circa 5 milioni di francesi di origine maghrebina gli è arrivato anche mediante questo approccio non divisivo e non spaventato, che è l'opposto di quello della destra versione Le Pen e modello Fillon. Macron è quello che rilancia, per un «new deal europeo», il rapporto tra tedeschi e francesi. Ma poi dalla suggestione si dovrà passare alla pratica comunitaria e come si sa questo è un terreno assai arduo per tutti. Mentre, in politica interna, non appare troppo difficoltoso il suo progetto di varare una legge per la moralizzazione della vita pubblica. Forse però il suo punto di forza l'estrema novità che egli rappresenta e che gli ha consentito di prendere i voti dei socialisti e anche quella dei repubblicani potrebbe diventare all'Eliseo il suo punto debole. La leggerezza di Emmanuel, nel caso vinca il ballottaggio, dovrà riempirsi di solidità. Ma Macron, l'uomo senza troppo passato, ha dimostrato di saper crescere molto in fretta.
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