E ora, nel tentativo di cercare una via per la salvezza, i carabinieri accusati

Giovedì 14 Settembre 2017
E ora, nel tentativo di cercare una via per la salvezza, i carabinieri accusati di violenza sessuale sulle ragazze americane, si dividono. Pietro Costa, 32 anni, il più giovane dei due, interrogato dalla pm di Firenze Ornella Galeotti, ha raccontato la sua verità. Poi si è soffermato sui ruoli e le dinamiche tra superiore e sottoposto, e ha tirato dentro il capo pattuglia Marco Camuffo, 50 anni, da venti nell'Arma. «Era il mio capo, mi ha coinvolto lui, come facevo a dirgli di no?». Costa gioca la carta del timore reverenziale, prova a spiegare al magistrato che non sapeva come sottrarsi. Anche se ammette il rapporto sessuale, ma insiste sul fatto che la diciannovenne che lo accusa, era consenziente. «Ci hanno invitato loro a salire», afferma, seduto accanto al suo avvocato Andrea Gallori. Poi aggiunge un particolare: «Quello che dico è confermato anche dal fatto che la ragazza mi ha dato il suo numero di telefono. Vi pare possibile che me lo avrebbe dato se la avessi appena violentata?».
Per saperne di più su questo particolare bisognerà aspettare i tabulati telefonici, anche se forse sarebbe bastato controllare i cellulari di Costa e Camuffo per avere una conferma. Ma, insieme con le divise che indossavano, niente di tutto questo è stato sequestrato. La questione, quindi, si giocherà molto sulla lucidità e sulle condizioni in cui stavano le ragazze al momento dell'aggressione. Fino a che punto fossero stordite, o avessero bevuto.
Ieri, intanto, sono arrivati in Procura i primi risultati scientifici. Ed è stato accertato che le studentesse, a distanza di quatto ore dalla violenza avevano ancora nell'organismo «una rilevante quantità» di alcol sopra la norma, considerando come riferimento il livello tollerato per chi si mette alla guida. Una più dell'altra. Si tratta di un primo riscontro che, come ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Creazzo, non è sufficiente tuttavia a stabilire se fossero ubriache e in che misura non fossero lucide quando hanno incontrato i due carabinieri fuori dalla discoteca.
Intanto a Roma una turista belga di 26 anni ha raccontato agli agenti della polizia municipale di aver respinto un tentativo di violenza da parte di un israeliano coetaneo conosciuto poco prima in un pub. Una volta arrivati sulla scalinata dell'Ara Coeli, accanto al Campidoglio, lui ha provato a violentarla. Gli agenti della Polizia Locale, in servizio in piazza del Campidoglio, sono stati attratti dalle urla di una ragazza verso le 4.30. Accorsi immediatamente ai piedi della scalinata della basilica dell'Ara Coeli hanno trovato la giovane che urlava frasi imprecisate nei confronti dell'uomo che le stava accanto. I due sono così stati accompagnati negli uffici della Polizia Locale all'interno del Campidoglio e successivamente al comando generale per l'identificazione e l'acquisizione di tutti gli elementi per far luce sull'accaduto.
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