E la Ue presenta il conto

Martedì 6 Dicembre 2016
La strada del prossimo governo è tutta in salita, dopo che i ministri delle Finanze della zona euro hanno chiesto all'Italia «sostanziali misure aggiuntive» nella legge di bilancio per il 2017, anche se dopo le dimissioni di Matteo Renzi l'Eurogruppo è disponibile a concedere un po' di tempo per ottenere gli impegni concreti sul rispetto del Patto di Stabilità e Crescita. «Vista la situazione politica, è impossibile chiedere al governo italiano di impegnarsi oggi per queste misure aggiuntive», ha detto ieri il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem al termine della riunione: «aspetteremo gli sviluppi politici». Ma nelle conclusioni i ministri hanno constatato che lo «sforzo di bilancio strutturale dell'Italia nel 2017» sarà di gran lunga inferiore rispetto agli obiettivi del Patto: un peggioramento dello 0,5% di Pil contro un miglioramento dello 0,6% previsto dalle regole. «Su questa base, sarebbero necessarie misure addizionali significative», dice il documento dell'Eurogruppo. Anche con la flessibilità aggiuntiva concessa dalla Commissione su migranti e terremoto, la deviazione rimarrebbe «significativa». Secondo fonti comunitarie, lo sforzo aggiuntivo deve essere di almeno 5 miliardi. La richiesta all'Italia è di «fare i passi necessari per assicurare che il bilancio 2017 sia conforme alle regole». L'assenza di Pier Carlo Padoan e le conseguenze politiche del referendum hanno condizionato le discussioni all'Eurogruppo. Prima della riunione il ministro dell'Economia ha parlato al telefono con Dijsselbloem e il commissario Pierre Moscovici. «Se altri ministri nella stanza si sono impegnati a prendere misure extra, era impossibile chiedere la stessa cosa al nostro collega italiano», ha spiegato Dijsselbloem. Secondo il Tesoro, la formulazione dell'Eurogruppo lascia «margini per una valutazione nel tempo che potrebbe beneficiare di una crescita superiore alle stime riducendo lo sforzo richiesto all'Italia. Ma per Dijsselbloem i tempi sono stretti: il prossimo governo dovrà compiere «i passi necessari nel vicino futuro. Marzo del 2017 è la scadenza per i nuovi giudizi della Commissione. Inoltre, l'Eurogruppo ha espresso «preoccupazione» per l'alto livello del debito. «Tutte le entrate inattese o i risparmi non previsti», così come un'accelerata alle privatizzazioni, dovrebbero servire a ridurre il debito. La speranza dell'Italia di ottenere uno sconto sulla manovra grazie alla svolta nella politica di bilancio proposta dalla Commissione in novembre con la cosiddetta «Fiscal stance positiva» è andata delusa: l'espansione dello 0,5% di Pil per la zona euro nel suo insieme è stata bocciata dall'Eurogruppo. I ministri hanno preferito ribadire l'impegno assunto a luglio di avere una posizione di bilancio neutrale nel 2017. «Non c'è stato accordo su mettere un dato o fissare un obiettivo», ha spiegato Dijsselbloem, sottolineando che i paesi che hanno margine di manovra potrebbero spendere di più per gli investimenti, ma solo «su base volontaria». Moscovici ha evocato «un compromesso» che permette di «far progredire il ragionamento economico e politico» sulla fine dell'austerità, ma ha ammesso di essere «deluso». Il risultato del dibattito sulla Fiscal Stance potrebbero avere conseguenze pesanti sull'Italia. La Commissione ora inizierà a redigere il rapporto sul mancato rispetto della regola del debito, che costituisce il primo passo verso una possibile procedura. Gli scorsi anni, l'Italia è stata salvata da fattori attenuanti, ma una deviazione significativa sarebbe considerata come un «fattore aggravante». Il verdetto è atteso entro gennaio 2017.
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