Di Maio e i congiuntivi impossibili Sul web gli strafalcioni a cinquestelle

Domenica 15 Gennaio 2017
ROMA - Con il Dibba, detto il Gallo Cedrone, la battaglia di Di Maio a chi molesta di più il congiuntivo è (o sia? o fosse?) ancora aperta. Nella gara con il ragionier Filini - quello che offrendo il servizio a Fantozzi, in una mitica partita di tennis, gli urlò: «Batti lei!» - il Giggino aspirante premier pentastellato invece ha già vinto. Perché tre volte di seguito ha provato a dirla giusta, per tre volte si è corretto e per tre volte - come se dopo il «batti lei» il Filini avesse detto «battesse lei» o «batterebbe io» - gli è risultato impossibile azzeccare la forma del verbo.
Insomma, Giggino su Twitter: «Se c'è il rischio che soggetti spiano massime istituzioni dello Stato...». Poi si accorge dell'errore e sempre su Twitter corre al riparo ma scrivere «spiino» gli risulta troppo complicato e dunque: «Se c'è il rischio che massime istituzioni venissero spiate...». Non poteva dire, correttamente, vengano spiate? Al secondo tentativo, non gli riesce. Ma magari, nel terzo, fa strike. E si rimette all'opera, stavolta su Facebook forse sperando in qualche correttore automatico che invece non interviene (complotto?) e il risultato è (o sarebbi?) questo: «Se c'è il rischio che due soggetti spiassero...».
Sbaglia di nuovo e verrebbe da dirgli: riprova, così sarai più fortunato. Ma il rischio è che, in attesa della riuscita, la legislatura finisca (o finisse). Un grande psicologo esperto nei meccanismi del comando, Laurence Peter, nel 1969 inventò il celebre Principio di Peter che è questo: «In una gerarchia, ciascuno sale fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza». Ma in questa ascesa, non bisogna esagerare a colpi di gaffe.
Mario Ajello
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