Cariche di polizia, la Puglia alla battaglia del gasdotto

Mercoledì 29 Marzo 2017
LECCE - I manganelli della polizia, le cariche, a più riprese. E poi i sassi dei manifestanti, i malori della gente, gli spintoni. Otto i feriti, lievi, tra agenti e attivisti: è stata una giornata di tensione quella trascorsa davanti ai cancelli del cantiere di Melendugno, sulla costa adriatica pugliese, dove sono ricominciati i lavori di espianto di circa 200 ulivi dal tracciato del microtunnel dove approderà il gasdotto Trans Adriatica Pipeline che porterà in Italia il gas dell'Azerbaijan. Da giorni protestano gli attivisti No Tap': chiedono la sospensione delle operazioni di eradicazione degli alberi e sono contrari al progetto di Trans-Adriatic Pipeline.
Le forze dell'ordine in assetto antisommossa hanno cinturato il cantiere in località San Basilio, a San Foca di Melendugno, e forzato per tre volte i sit-in messi in atto da un centinaio di manifestanti, circa 300 persone, tra cui anche una cinquantina di studenti di scuole medie superiori, accompagnati da docenti. «È una giornata triste per la democrazia», dice il sindaco di Melendugno, Marco Potì. «Quando sono avvenute le cariche - racconta - sono stato allontanato insieme a sei sindaci con la fascia, a consiglieri regionali, a donne e bambini: il capo di una società privata ha chiesto e ottenuto la protezione dello Stato italiano per fare la sua attività e lo Stato italiano ha inteso assecondarlo malgrado il parere negativo di istituzioni e cittadini». Ancora più duro il governatore della Puglia: «Il Governo - attacca Michele Emiliano - dà la misura della sua incapacità di ascoltare e elaborare politicamente le richieste di una regione». La Puglia - ricorda il governatore - non ha mai detto no al gasdotto Tap, ma vuole favorirne la realizzazione attraverso una sua diversa localizzazione».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci