Cantone : «La Rai è il mio insuccesso»

Lunedì 24 Aprile 2017
Raffaele Cantone contro tutti. Spara a zero il presidente dell'Anac, dopo le polemiche sul ridimensionamento dei poteri dell'Autorità Anticorruzione passato in consiglio dei ministri. «L'Italia è il paese di Masaniello ha detto Cantone al Faccia a faccia di Giovanni Minoli, in onda ieri sera su La 7 io spero di non aver vissuto né la polvere né gli altari. Il mio antidoto è la normalità».
Bordate sulla Rai: «È stato il mio più grande insuccesso e mi pesa. Abbiamo ricevuto risposte formalistiche sulle assunzioni e in audizione Campo Dall'Orto ha risposto in modo parziale. Abbiamo trasmesso l'informativa alla procura della Repubblica che sta indagando». L'istituzione dell'Authority «è stata una rivoluzione copernicana», secondo il suo presidente, «solo che si è fatta retromarcia su molte cose e non si è data la possibilità di attuare il codice. Credo che fosse una buona riforma e il fatto di andare avanti e indietro è un classico del nostro Paese. Il problema vero è che qualcuno ha pensato che bisogna realizzare opere pubbliche per smuovere l'economia non perché davvero servano. E non smuovono nulla». Cantone è poi passato alla revisione della Carta: «La riforma del titolo V della Costituzione del 2001 è una delle riforme più criminogene del Paese e l'effetto più devastante è nella sanità dove ci sono troppi soldi che girano e c'è grande discrezionalità nell'utilizzo».
Quanto alla vicenda Consip, dopo la scoperta di alcune trascrizioni false che riguardavano il padre dell'ex premier Matteo Renzi, Cantone ha commentato: «Non è una lotta tra procure, se i pm controllano fino in fondo la polizia è una garanzia per i cittadini». Dal numero uno dell'Anac è arrivata anche una replica alle polemiche sui rapporti tra suo fratello avvocato e l'imprenditore Alfredo Romeo: «Mio fratello ha avuto un contratto di alcuni mesi con Romeo, vicenda di cui ho saputo successivamente, quando lui ha dismesso l'attività. Se lo avessi saputo prima glielo avrei detto subito che era inopportuno perché non mi occupo degli affari di mio fratello così come pretendo che lui non si occupi dei miei».
Promossa, invece, la legge Severino: «Per la prima volta viene messa al centro l'amministrazione per prevenire la corruzione e non più un'amministrazione da criminalizzare».
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