Brugnaro: persa la scommessa, ma il patto regge

Martedì 6 Dicembre 2016
Brugnaro: persa la scommessa, ma il patto regge
Non è contento per come sono andate le cose con il referendum, ma il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro non si scompone e guarda avanti. «Sono vicende - dice - che riguardano il Paese, non la città».
Ieri mattina, in una riunione di Giunta convocata tra un appuntamento e l'altro, ha ammesso con i suoi assessori di aver perso la scommessa del referendum, sul quale si era esposto anche per avere dalla sua parte il premier sulla difficile partita dei fondi di Legge Speciale. Fondi che, con la costruzione del Mose, erano stati dirottati su quella maxi opera rendendo la Legge nata dopo l'alluvione del 4 novembre 1966 un documento con tante belle parole ma privo di strumenti. Tra l'altro, una parte della sua amministrazione tra cui gli assessori delle liste di centrodestra che appoggiano Brugnaro, hanno votato in modo differente da come hanno votato il sindaco e i suoi fedelissimi fucsia.
«Suvvia - taglia corto un componente della Giunta - il referendum è l'unica cosa che ci ha visti divisi. Per il resto, sulle faccende che riguardano la città, siamo più che uniti». Solo una settimana prima della consultazione Matteo Renzi era venuto a Venezia per firmare il Patto che avrebbe portato 457 milioni per investimenti da farsi di qui al 2020.
«Qualcuno - commenta sornione Brugnaro - sostiene che con la caduta di Renzi scricchiola anche il patto per Venezia? Beh, non capisco cosa c'entri il No al referendum con l'accordo firmato tra il Governo e la nostra città. Tra l'altro, faccio presente che 110 milioni ci sono già stati assegnati dal Cipe l'altro giorno, oltre ai 72 milioni per i marginamenti a Porto Marghera. Quindi mi pare che i fatti dicano altro rispetto a certe preoccupazioni».
Il timore, condiviso da tutte le forze di opposizione, era che il Patto per Venezia fosse un escamotage puramente elettorale che Renzi non avrebbe potuto onorare per la mancanza di fonti di finanziamento. Invece, Renzi ha mantenuto la parola, almeno per quanto gli competeva da presidente del Consiglio in carica, facendo approvare dal Cipe (che si è riunito giovedì 1 dicembre) i famosi 110 milioni cui si riferisce Brugnaro, destinati alla Città metropolitana. Questi soldi, provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione, vengono le risorse per gli interventi diffusi nella città (il resto riguarda il marginamento di porto Marghera e l'interramento delle linee elettriche a Malcontenta, con soldi che sono il frutti di accordi di programma già siglati). Tra questi rientrano 45 milioni per la manutenzione della città e degli immobili comunali da destinare a residenza o attività da proteggere.
Il Cipe, quindi li ha stanziati, ora però i soldi dovranno essere effettivamente liquidati e qui potrebbe passare molto tempo, soprattutto se ci sarà un altro Governo. Il caso della Legge Speciale ha fatto scuola: sono passati più di 5 anni (e tre differenti Governi) dalla deliberazione del Cipe al trasferimento alla Regione e alla definitiva liquidazione al Comune.
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