Brugnaro: «Noi spariamo a chi grida Allah Akbar»

Mercoledì 23 Agosto 2017
Brugnaro: «Noi spariamo a chi grida Allah Akbar»
Scusarsi? Rettificare? Aggiustare il tiro? Ma figuriamoci: il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro è un tipo schietto, pane al pane vino al vino: «Qua non bisogna essere politicamente corretti, ma sinceri», scandisce al telefono di ritorno da Rimini, mentre la polemica sul suo intervento al meeting di Comunione e Liberazione monta su siti, social, agenzie di stampa. Era la sua prima volta da relatore al meeting, stava al tavolo con i colleghi sindaci di Firenze, Pesaro, Bergamo, Rimini, Prato, tutti chiamati a parlare della polis al centro della politica. Tema che Brugnaro affronta sotto vari aspetti, dall'immigrazione al terrorismo. Ed è così che dice: «Se corri in piazza San Marco e gridi Allah Akbar, fai quattro passi e ti abbattiamo. Abbiamo i cecchini e ti abbattiamo. Adesso abbiamo aumentato le difese: dopo tre passi gli spariamo». La platea applaude, al tavolo dei relatori il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, che gli sta accanto, abbassa lo sguardo.
Brugnaro è il solito fiume in piena che però al meeting evidentemente non conoscevano, politicamente scorretto come da sua stessa ammissione, incredibilmente sincero. Come quando parla di immigrazione e invita a fare nel Mediterraneo un «blocco navale umanitario, ponendoci con le nostre navi militari e non con quelle della Croce Rossa a 13 miglia dalla costa libica. Salviamo tutti i migranti, poi quelli che non hanno il diritto di restare li rispediamo a casa loro con navi sicure. Perché anche in Nigeria ti chiedono il passaporto. Quelli che hanno diritto invece li teniamo». Poi attacca a parlare dei giovani che lasciano l'Italia perché l'Italia non investe su di loro, ricorda la giovane Valeria Solesin vittima dell'attentato al Bataclan e qui attacca i «terroristi disgraziati e vigliacchi». «Venezia - dice - è l'unica città in Europa che ha arrestato quattro terroristi. Volevano mettere una bomba al ponte di Rialto dicendo che volevano andare da Allah. Noi li mandiamo dritti da Allah senza buttare giù il ponte di Rialto». «Ghe sparemo - ribadisce poi, in dialetto, ai cronisti - Il buonismo è finito: se tu vuoi ammazzare me, io mi difendo. A Venezia noi ci difendiamo».
E se sul palco il sindaco di Rimini cerca di sdrammatizzare («Suggerirò ai romagnoli di non cantare Romagna mia in piazza San Marco, perché non si sa mai, anche se non sono sicuro di aver ben capito l'intervento di Brugnaro perché l'ha fatto per metà in veneto»), a montare la polemica è anche un fuorionda - ma ripreso dai social - quando, a dibattito finito, il sindaco di Firenze Dario Nardella va incontro a Brugnaro e, ridendo, gli grida Allah Akbar. Sul web una valanga di critiche, tanto che il sindaco di Firenze ha ritenuto di fare pubblica ammenda su Facebook: «Mi scuso per alcune espressioni riprese in un video pubblicato online. Non era mia intenzione offendere alcuna persona, né tanto meno la comunità musulmana né scherzare sulla sua religione, né evocare i tragici fatti di questi giorni».
Intanto, di ritorno, da Rimini, Brugnaro sottolinea: «È chiaro che spetta alle forze dell'ordine decidere se e quando sparare, ma se sparano per difenderci devono sapere che hanna la nostra tutela politica, non si troveranno sul banco degli imputati».
Ma il «ghe sparemo» ormai è diventato un caso. «Di piazza San Marco - dice il deputato Michele Mognato (Mdp) - io ricordo le parole pronunciate dal patriarca, dal rabbino e dall'iman ai funerali della nostra concittadina Valeria Solesin e non certo quelle pronunciate da Brugnaro al meeting di Cl». E l'imam di Firenze e presidente dell'Ucoii Izzedin Elzir: «Solo il rispetto e la condivisione possono rendere più sicure le nostre città».
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