Boeri: «Pensioni, all'Italia servono immigrati regolari»

Venerdì 21 Luglio 2017
ROMA - (g.fr.) La questione migranti resta incandescente anche per le pensioni. Alla Lega e a Forza Italia non sono piaciuti i dati resi noti ieri dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, in audizione in Parlamento: gli immigrati regolari, con i loro contributi, in questi anni ci hanno «regalato» un punto di Pil (circa 17 miliardi di euro) e sono indispensabili all'equilibrio dei conti Inps. Ogni anno infatti versano molto di più di quanto ricevono: «8 miliardi di contributi e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell'Inps» spiega Boeri. È vero, ammette, che i contributi di oggi, domani si tradurranno in prestazioni, «ma è anche vero che in molti casi i contributi non si traducono in pensioni». Dall'inizio della crisi, continua ancora Boeri, «stiamo ammettendo sempre meno immigrati regolari nel nostro Paese». Dalle simulazioni dell'Istituto di previdenza emerge che gli effetti negativi sul gettito contributivo supererebbero i 70 miliardi di euro. Di qui la conclusione: «Sono sempre più necessari immigrati regolari».
Non è la prima volta che il presidente Inps sottolinea come il lavoro regolare degli immigrati concorra a finanziare le pensioni degli italiani. Ma in tempo di polemiche su barconi e ius soli, le sue affermazioni vengono lette dietro la distorta lente della politica. E così è immediata la polemica del leader della Lega, Matteo Salvini, che scrive: «Gli immigrati ci pagano le pensioni... Gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare... Servono più immigrati. Tito Boeri, presidente dell'Inps, vive su Marte».
Molto critica anche Sandra Savino di Forza Italia: «Fermi tutti! Non avevamo capito nulla: siamo noi a dover ringraziare i migranti che ospitiamo, non il contrario!». E la collega Deborah Bergamini, che di Fi è responsabile comunicazione, retoricamente si domanda se Inps non significhi «Istituto nazionale di previdenza stranieri».
Sull'altro fronte il Pd. I dati «confermano l'incidenza positiva delle migrazioni regolari sul sistema pensionistico», dicono le deputate dem Maria Chiara Gadda e Sara Moretto.
Boeri smonta anche il mito degli immigrati che rubano il lavoro agli italiani. I lavoratori stranieri, spiega, sono in gran parte a bassa qualifica e la quota di italiani non laureati che hanno scelto di emigrare per motivi economici è dimezzata tra il 2007 e 2015. «Sembra difficile perciò - osserva - ipotizzare che la fuga dei giovani del nostro Paese sia dovuta alla competizione con gli immigrati». Ma anche questa affermazione fa imbestialire la Lega che con Roberto Calderoli ribatte: «È una bugia contraddetta dai numeri forniti dallo stesso Boeri incrociati con quelli forniti dall'Istat: se da una parte la percentuale di giovani immigrati che pagano regolari contributi previdenziali è salita al 35%, dall'altra la percentuale di nostri giovani che non hanno un lavoro è intorno al 40%, questo significa semplicemente che i giovani immigrati hanno tolto il lavoro ai giovani italiani che sono costretti ad andarsene all'estero in cerca di opportunità professionali».
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